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Golden Hour e Blue Hour

Nell’ora violetta, quando schiena e occhi  
S’alzano dalla scrivania, quando 
La macchina umana pulsa al minimo 
Come un taxi in attesa, io, Tiresia 
Benché cieco, pulsante fra due vite, 
Vecchio con vizze mammelle di donna, 
Posso vedere nell’ora violetta, 
L’ora di sera che volge al ritorno, 
E a casa il marinaio dal mare porta, 
E l’impiegata a casa per il tè, 
E a sparecchiare il precedente pranzo, 
Accendere i fornelli e tirar fuori 
Le scatolette da mangiare a cena. 

T. S. Eliot, The Waste Land (1922) 
Oh mamaçita Panama dov’è  
ora che stiamo in mare 
sull’orizzonte ottico non c’è 
si dovrà pur vedere 
signori ancora del tè 
tra breve il porto di attracco darà segno di sé. 
Ivano Fossati, Panama 

L’ispirazione … ci vuole eccome se ci vuole l’ispirazione! Per queste tipologie di fotografia, è inevitabile accedere per vie velocissime in quella zona del cervello che ci consente di emozionarci. Di conseguenza, quindi, ci si dovrebbe ritrovare disponibili all’azione del fotografare o del leggere una fotografia. È altamente auspicabile che accada, di fronte a foto come le due qui allegate, realizzate da Davide Dian. In due foto (e in una terza che si invita caldamente a vedere, assieme alle altre sezioni del sito) c’è una lectio magistralis su come funzioni la luce di certa ora del giorno e le differenze con immagini realizzate in altri momenti, ma anche tanto altro. C’è la passione che è sempre alla base dei risultati migliori, anche qualora si fotografasse per professione.

Il potere della luce, implicito e quindi scontato nel fatto che disegna il mondo sensibile su carta o nel web, è forse secondo solo alla musica che resta un linguaggio universale, retto da sette note in qualsiasi latitudine. È una forza, quella della luce, che in talune ore esplode e acquisisce la validità rivoluzionaria di strumenti che non si finirà mai di scoprire. In certi momenti del giorno non ci vuole molto a trasformare una immagine qualsiasi, anche di un mare inquinato e la spiaggia con residui altamente antiestetici, in una serie di suggestioni che ti possono trasportare in mari esotici, quelli che erano e restano lontani. È l’effetto di certi colori, di un affascinante e avvolgente clima. Lo si può cogliere solo in alcune ore della giornata, più che in certi luoghi. Se te ne stai seduto a un tavolo mentre la brezza ti sfiora e il sole sta per calare, conta poco se la superficie su cui hai poggiato un libro sia consunta, se l’azzurro di vernice malamente stesa sia scrostato. Basterebbero poche note, una voce conosciuta, e ti potrai immaginare in mare aperto, verso Panama o verso chissà quale meta solo sognata. Emozioni pure, stati incandescenti di immedesimazione con l’ambiente esterno ma trasformato da quel che si ha dentro. 

È accaduto di cogliere l’emozione, tracimante nella lacrima, in uno sguardo di emigrante rientrato a casa, ritrovatosi davanti alla montagna di fronte alla sua finestra. Stava annottando. Quella silhouette (del monte Cervati, il più alto della Campania) si sarà depositata nella sua coscienza assieme ad altre immagini di quei luoghi, forse impresse nella mente quando era bambino. Come resistere alla voglia di riprendere quel flusso di suggestioni magiche? Purtroppo non sempre si ha la prontezza di fissare momenti irripetibili e la difficoltà è tanto maggiore quanto più si restringa lo spazio di tempo utilizzabile. Ed è proprio questa componente, il tempo, l’elemento fondamentale per scattare fotografie che rientrino nella specie della Golden Hour o della Blue Hour. Si tratta di foto con caratteristiche notevolmente differenti ma tra loro c’è un legame. È nella continuità, grazie alla quale passi da una situazione all’altra, quasi senza accorgertene. Scattare adesso oppure tra pochi attimi, significherà ritrovarsi davanti a fotografie affatto diverse dello stesso soggetto, con una potente conseguenza: cambia del tutto la carica emozionale, addirittura il significato sostanziale delle sensazioni. Ciò è dovuto, ovviamente, ai messaggi che i colori trasmettono, comprendendosi agevolmente che se da un colore freddo si passa a uno caldo non si può certo restare indifferenti. 

Si può credere che anche certi romanzi, come taluni film e molte canzoni, siano stati influenzati da queste componenti, almeno a dire dai titoli e dai testi. Non sarà stato certo un caso se il gruppo Fool’s Garden ha cantato Lemon Tree. Questi alcuni versi : I’m driving too fast/ I’m driving too far/ I’d like to change my point of view/ I feel so lonely/ I’m waiting for you/ But nothing ever happens – and I wonder/ I wonder how I wonder/ Why yesterday you told me/ About the blue blue sky (Guidando in giro nella mia auto/ sto guidando troppo veloce/ sto andando troppo lontano/ mi piacerebbe cambiare il mio punto di vista/ Mi sento cosi solo/ ti sto aspettando/ Ma non succede mai niente e mi meraviglio/ Mi chiedo come, mi chiedo/ perché ieri mi hai parlato/ del cielo blu blu …); così come ha fatto anche Vinicio Capossela in L’ora blu: … e tutto quello/ che prima era fermo ora è/ blu … / ora muove nel blu… / l’azzurro del cielo ora è blu/ corre e schiuma nel blu/ le tue labbra ora blu … 

Di ore essenziali, di ciò si tratta. Sono momenti che danno sostanza alla luce che illumina e disegna, ma non solo: aggiunge altro al soggetto ripreso. Non si possono ottenere certe dominanti, quelle che creano effetti di incredibile suggestione, se non si scelga con attenzione il momento o non si riesca a coglierlo, qualora si presenti inatteso. Non occorre molta attenzione per cogliere che si tratti di colori più caldi e ovattati del solito oppure freddi. Nel secondo caso, l’ora blu, la luce ha una temperatura colore fredda, rispetto a pochi attimi prima e, di conseguenza, anche l’energia è più bassa. Il soggetto fotografato apparirà sommerso da vari livelli di penombra e i colori saranno poco saturati. Questa situazione verrà certamente influenzata dal contesto che, qualora vi fossero anche luci artificiali e riflessi, non è detto non diventi più affascinante. Di certo la situazione apparirà meno artificiosa che nelle fotografie studiate, con luci ad hoc. Per certi versi aumenta notevolmente il potenziale che consente di immaginare, di ricorrere alla fantasia, quasi a livello della fotografia BW. Potrà bastare il cielo blu cobalto e una sola stella, uno spicchio di luna o una scia lasciata da un supersonico e il gioco sarà fatto. Ci si potrà immaginare sotto un cielo bizantino o sotto la volta di quello verso cui decollò l’Apollo 11, con a bordo Neil Armstrong, prima dell’allunaggio. Sarà quasi obbligatorio diventare protagonisti. Una luce come quella converrà sfruttarla per aumentare il fascino, a esempio, del noto monumento o le linee di una barca e così via. Cercare l’inclinazione giusta nello scattare, ripetere da vari angoli, salire su qualcosa o abbassare la fotocamera fino a sfiorare il suolo, risulterà premiante. Tutto diverrà magicamente più bello, comprese le silhouette e gli skyline. D’altronde, la Golden Hour è definita anche ora magica, mentre non c’è chi non abbia ammirato i profili dei grattacieli di New York in fotografie realizzate nell’ora in cui, come dicono i cugini francesi, entre chien et loup. È l’ora dello straniamento, la più poetica e misteriosa in assoluto. Il sole si è perso dietro la linea dell’orizzonte e non si riesce più a distinguere un cane da un lupo, come segnalano, appunto, i parenti di Oltralpe. Questo modo di dire è utile per comprendere meglio anche un quadro di Marc Chagall: Al crepuscolo, dipinto tra il 1938 e il 1943, collezione privata, che si può vedere qui.

Colpisce molto il fatto che quel genio scelse di realizzare un quadro dove appare egli stesso con il volto in blu, quasi mentre pare stia per fondersi in un volto di donna. Al di là dei significati metaforici contenuti sia in questo aspetto che in altri elementi dispersi sulla tela (si pensi al lampione con gambe che attraversa la strada alle sue spalle), emerge chiaramente l’allusione a un certo tipo di luce. 

Sul piano della tecnica fotografica, le particolari condizioni di luce indurranno a utilizzare tempi lunghi di ripresa (usare tempi più veloci di ½ sec. Significa ottenere immagini di scarsa qualità), con ogni ovvia conseguenza circa la necessità di usare il treppiedi o, comunque, una base di appoggio per la fotocamera. Nella maggior parte dei casi è esigua anche la somma delle luci artificiali, soprattutto in un contesto che è quasi sempre ampio. Ciò implica che si debba ragionare sulle condizioni che sta affrontando il sensore e potrà essere necessario applicare la tecnica nota come HDR (acronimo da Gamma Dinamica Elevata). È la tecnica che conviene applicare quando, seppure il soggetto sia stato correttamente esposto, ci ritroveremmo davanti a una foto con zone quasi bianche, mentre le zone in ombra intensa saranno riportate come prossime al nero. Con l’aiuto dell’HDR, in sostanza più scatti con esposizioni diverse, sarà possibile combinare le immagini ricavate per ottenerne una particolarmente affascinante. Per acquisire questa metodica.

Potrà essere conveniente anche scattare in RAW o RAW + JPG (più agevole-veloce la lettura dei file giacché si scaricherebbe l’immagine in JPG ma si conserverebbe anche l’altra in RAW, che potrebbe tornare utile per usi in cui sia richiesta una migliore qualità nonché per evitare il rischio che la foto si danneggi, come accade con quelle in JPG, man mano che si usano). Con questo espediente si potrà evitare il rumore di luminanza e crominanza soprattutto nel cielo (zone della foto che appaiono sgranate, puntiformi e non uniformi sul piano del colore). 

Uno studio più profondo di queste due ore che (anche se è inesatto immaginare che si tratti di sessanta minuti ciascuna e molto dipende dalla latitudine, nonché dalle condizioni del tempo) è quello di Wojciech Toman, pubblicato nelle pagine della Associazione Culturale Cultor College, dove si può ammirare, tra l’altro, la foto Sunrise, straordinario scorcio di Roma.

Accedendo alla pagina si scoprirà che in realtà la Golden hour: … è la prima e l’ultima ora di luce solare durante il giorno. Vuol dire che, in effetti, ci sono due ore d’oro: una alla mattina e l’altra al pomeriggio.
Questa verità non è del tutto esatta, come svela lo stesso autore …

Sulla Blue hour, invece, Wojciech Toman chiarisce che … è un’ora prima della Golden hour del mattino e subito dopo quella del pomeriggio.
Regala anche una sua visione in HDR di Madrid, realizzata appunto nella Blue Hour.

Alessia Orlando e
Michela Orlando

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