E’ molto interessante quanto emerge dall’inchiesta pubblicata qualche giorno fa su ” Repubblica”. Si torna a parlare di Nicola Cosentino,il senatore del Pdl, che per due volte negli ultimi quattro anni si è salvato dal carcere grazie al “no” dei deputati. L’argomento dell’indagine è, in realtà, una società immobiliare, la “6C srl”, legata a doppio filo alla famiglia del politico campano.
Negli ultimi anni, come emerge dai contratti di locazione, questa società immobiliare,operante soprattutto sul territorio casertano, ha intascato migliaia di euro dalla Provincia di Caserta per l’affitto del palazzo che ospita, ad Aversa, il liceo scientifico intitolato a Giancarlo Siani e ulteriori guadagni le sono arrivati dal Comune di Santa Maria Capua a Vetere affittuario dell’immobile in cui è locato il Tribunale civile. Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di strano. Si è poi scoperto, però, che questa società “6C srl” non ha il certificato antimafia,e soprattutto, non possiede assolutamente i requisiti per ottenerlo.
Leggendo infatti l’ atto costitutivo della “6C srl”, cosi come depositato presso la Camera di Commercio di Caserta, si trovano gli interessanti nomi dei sei soci.
Si parte da Palmiro Cosentino, presidente e cugino del senatore, sposato ad una nipote di quel Francesco Schiavone, meglio conosciuto come “Sandokan”. Continuando a scorrere l’elenco segue Aurelio Cosentino, cugino di Nicola e marito di Giuseppina Diana il cui padre è stato arrestato nel corso dell’ operazione Spartacus 2. E andando avanti le cose non migliorano. Dopo il nome di Nicola Cosentino spuntano quelli di Mario Cosentino, Antonio Cosentino e Giovanni Cosentino tutti legati in qualche modo al clan dei casalesi.
Fortunatamente qualche mese fa la Provincia di Caserta ha revocato il contratto di affitto per il liceo scientifico intitolato al giornalista “Giancarlo Siani” a seguito della mancata presentazione del certificato antimafia da parte della “6C srl”. Diverso è il discorso per il Tribunale civile di Santa Maria Capua a Vetere. Dopo 11 anni infatti è stato il Ministero di Grazia e Giustizia a risolvere una situazione intollerabile stanziando i fondi per la ristrutturazione di un ex caserma che entro 18 mesi diverrà la nuova sede del tribunale e che permetterà al comune di risparmiare molte migliaia di euro. Resta comunque il dubbio su come, una società come questa, possa aver per anni lavorato a stretto contatto con amministrazioni pubbliche senza possedere i requisiti per farlo.
Tonia Formisano