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Tre Allegri Ragazzi Morti: all’Ex OPG Je so Pazzo , amore, follia e rock’n’roll

Il maestro Davide Toffolo, era atteso insieme ai suoi TARM, in quel di Napoli, città che qualche anno fa lo aveva eletto magister ,e che in una notte torrida di metà luglio ha segnato il ritorno dei ragazzi Pordenone, in occasione dei trent’anni di musica, avventure e indipendenza. Napoli nelle sue vene non ha mai nulla di binario, uniforme, ed appare sempre come una tribù in lotta perenne con la sua trasversalità.

In un luogo pregno di lotta, ex ospedale psichiatrico giudiziario, dalle mura trasudanti di verità e battaglie, sempre essere la sintesi perfetta di ciò che Garage Pordenone ha voluto raccontare in oltre due ore di concerto. Toffolo sembra esser uscito dalla matita di Moebius, predicatore delle “Crocchette Buone” e cantore di un lessico personale e multi generazionale, emana tramite poetiche suadenti, e contrapponenti ,l’open act del suo concerto con “Mai come Voi”, inaugurando la sua messa disillusa, tratteggiando rock’n’roll d’impatto, sempre a muso duro, ultima “prima linea” di una scena indipendente mai doma alle convenzioni. I classici dei TARM, sono l’elegia di una band che da trent’anni, ha saputo con genialità e maestria, imporsi sulle scena italiana, ponendo al centro delle suo pensiero, l’arte , il disegno e la maschera, legandolo in maniera sublime ad una letteratura generazionale sempre in trasformazione continua, tra sogno e fumetto.

E’ la vetta , l’apice, la summa creativa di un esteta a tinte chiaroscure come Toffolo, che permette di immaginare e commuoversi, illudersi e amare, esser folli e lottare, il suo verbo è racchiuso nei capolavori che scorrono durante il concerto come “Occhi Bassi”, “Robot Rendez-Vous” o il “Mondo Prima”. Essere , fare parte,aggregarsi, è questo che unisce la “famiglia dei TARM”, che più una band, oggi, a distanza di trent’anni, appare come un concetto, estroso, fantastico, che fa volare sino alla cumbia declinata a “Bella Ciao” o a un rocksteady nudo e crudo di “Hoponopono”.

Con dediziosa attenzione bisogna capirne la vasta poliedricità di un artista a tinte variegate, colorate come profondamente oscure, che mai va rilegato nella forma del “personaggio”. I TARM sono ecletticamente animali, sembrano trasformarsi ad ogni respiro, dietro maschere a tratti sognanti , diventano un qualcosa di metafisico , sognante e camminano al fianco delle visioni di un intera generazione, sporcata dalle guerre, dalle ingiustizie del lavoro o dall’essere , per scelta, non omologati. L’uomo, inteso come essere umano viene accantonato, i TARM sono per l’istinto “primordiale” delle creature animalesche, c’è qualcosa di metafisico, di ancestrale, di devozione verso le creature, le “bestie”, migliori certamente di una razza umana dispersa e confusa, è questo l’inno simbolo, manifesto di “Voglio”.

Il “Garage Pordenone” non è un ritorno alle radici, alle origini, ma è un trionfale cerchio magico di creatività indie-punk, che Toffolo guida nelle sue magiche e visionare scritture di sciamano, in oltre trent’anni di attività artistica e musicale. In quelle generazioni che hanno visto riconoscersi, c’è la vera essenza dei TARM, band che ha saputo cogliere , tra maschere , amori e disillusioni, una ribellione interiore “diversificata”, mai per moda o status-simbolo, ma sempre per profondità, visionarietà e immaginazione, ciò che serve per essere attualmente rivoluzionari, in tempi di plastica e ferocia mass-mediale.

Sergio Cimmino

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