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Vittime innocenti: 10 aprile

  • 1987 Rosario Iozia
  • 1991 Cirino Catalano
  • 1998 Annalisa Isaia
  • 2009 Vittorio Maglione
  • 2011 Giuseppe Di Terlizzi

1987
Rosario Iozia
Vice Brigadiere di 25 anni
Ucciso a Cittanova (RC)

Rosario Iozia era un vice brigadiere dei Carabinieri, comandante della squadriglia di Cittanova, impegnato in numerose operazioni contro la ‘ndrangheta. Il giorno in cui venne ucciso, Iozia non era in servizio ma, percorrendo in auto la strada tra Cittanova e Polistena e notando alcuni uomini armati aggirarsi in un uliveto, decise di intervenire intimando agli uomini di fermarsi. Gli furono esplosi contro due colpi di lupara, ai quali egli rispose con l’arma di servizio, prima di morire.


1991
Cirino Catalano
Di 23 anni
Ucciso a Lentini (SR)

Cirino Catalano venne ucciso a Lentini per errore in un bar.


1998
Annalisa Isaia
Di 20 anni
Uccisa a Catania

L’uccisione di Annalisa Isaia rappresenta l’emblema della devastante ferocia degli uomini della mafia, implacabile anche di fronte ad una giovane familiare, “rea” di aver frequentato un gruppo di giovani la cui frequentazione le era stata vietata perché appartenenti ad un clan rivale.su_accordion]

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Ad ammazzarla è stato lo zio materno, Luciano Daniele Trovato, il quale non sopportava di essere deriso dagli affiliati della cosca mafiosa di cui faceva parte, gli Sciuto, perché la ragazza frequentava un gruppo di coetanei di un clan rivale, i Laudani. Questi ultimi sono ritenuti colpevoli della morte del padre di Annalisa, avvenuta nel 1993. Il cadavere della ragazza verrà rinvenuto sepolto dopo diversi giorni. Annalisa non ebbe scampo: lo zio, espressione dell’ambiente mafioso nel quale si trovò costretta a vivere, non le consentì di poter scegliere liberamente della sua breve vita.
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2009
Vittorio Maglione
Di 13 anni
Morto a Villaricca (NA)

Vittorio Maglione era un ragazzo di Villaricca, che frequentava la seconda media alla Siani di Villaricca. Durante il pomeriggio del venerdì che precede la Pasqua il tredicenne consegna i suoi ultimi pensieri al mondo virtuale: ha pubblicato il suo annuncio di morte in chat e poi si è tolto la vita. Un biglietto per salutare tutti, una frase di rancore verso il padre camorrista: “non voglio diventare come te”.

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Poi però gli ha mandato un bacio al momento di dirgli addio. Questi gli elementi più forti che emergono dalla lettera lasciata da Vittorio ai genitori prima di salire su una sedia e impiccarsi a soli tredici anni. Tutti, amici e parenti, ben sapevano quanto Vittorio fosse diverso dal contesto familiare d’origine. Vittorio voleva abbandonare una strada che per lui sembrava segnata: quella della delinquenza che aveva portato suo padre Francesco in prigione fin da giovane per un’accusa di omicidio venne poi a diventare un elemento di spicco del clan Ferrara, legato ai Mallardo e ai Casalesi. La stessa strada di suo fratello Sebastiano, trucidato a 14 anni da un branco di Mugnano per aver tentato di rubare il motorino alla persona sbagliata. Soprattutto la morte del fratello, nel 2005, aveva segnato la vita di Vittorio: all’epoca aveva appena 9 anni e da allora portava sempre in tasca una foto del fratello maggiore ucciso. Eppure Vittorio sembrava diverso. Si era anche appassionato alla vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista de “Il Mattino” ucciso dalla camorra a cui è intitolata la scuola media che il ragazzo frequentava. Vittorio ha consegnato a Messenger, un programma di chat molto in voga tra i giovani prima dell’avvento dei social network, le sue intenzioni, dicendosi stanco e senza speranza per il futuro.

2011
Giuseppe Di Terlizzi

Di 42 anni
Ucciso a Bari

All’uscita da una discoteca, Giuseppe Di Terlizzi fu colpito per sbaglio alla testa da un proiettile vagante esploso durante una lite tra due gruppi di ragazzi appartenenti al clan Strisciuglio.