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Vittime innocenti: 8 aprile

  • 1994 Mariagrazia Cuomo

1994
Mariagrazia Cuomo

Di 56 anni
Uccisa a Nola (NA)

Mariagrazia non era sposata, viveva insieme a sua sorella e la maggior parte del suo tempo lo passava chiusa in casa a causa di una voglia violacea che aveva sul viso e che la imbarazzava. Il marito di sua sorella, Francesco Alfieri, era un lontano parente del boss camorrista Carmine Alfieri. Quest’ultimo era il capo nonché il fondatore dell’organizzazione denominata Nuova Famiglia e che aveva vinto la sua guerra contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.

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Viveva però in quegli anni una lenta ma rumorosa decadenza a causa dei duri colpi dovuti agli arresti ma soprattutto a causa del fenomeno del pentitismo partito proprio da coloro che la Nuova Famiglia l’avevano messa in piedi e guidata. Prima si pentì Pasquale Galasso, luogotenente del padrino, poi proprio il capo dell’organizzazione Carmine Alfieri. Grazie alle loro confessioni, i giudici dell’antimafia poterono ricostruire un decennio di omicidi, collusioni, legami pericolosi con la politica, con l’imprenditoria e con la magistratura. Man mano altri pentiti seguirono l’esempio di Alfieri e Galasso ma ciò che ancora restava solido della camorra si ribellò. I camorristi ancora attivi non riuscirono a capacitarsi del fatto che Carmine Alfieri fosse divenuto un collaboratore di giustizia e decisero di fargli vedere le conseguenze della sua scelta. Per questo e, soprattutto, per fargli chiudere la bocca, decisero di uccidere suo figlio Antonio di 26 anni. Era l’8 Aprile del 1994 e, alle 23:30, un commando di killer incappucciati e armati di kalashnikov, dopo aver lasciato la macchina più lontano si mosse a piedi nelle vie di campagna di Saviano (paese confinante a quello di Alfieri) fino ad arrivare ad una palazzina situata a poche centinaia di metri dalla villetta di un italo-americano (che fu sequestrata e poi dissequestrata dai giudici e, nella quale, i carabinieri trovarono nascosto proprio Alfieri). Arrivati alla casa di Francesco Alfieri, la porta era aperta: bastò darle un calcio per entrare. I sicari trovarono in cucina la figlia di Francesco che guardava la televisione e, coi fucili in mano, andarono in camera da letto dove gridarono “Dov’è Antonio?”. Non ricevendo risposta, aprirono il fuoco uccidendo la povera Mariagrazia che si trovava avvolta nelle lenzuola. Il commando continuò a girare ancora per la casa cercando il figlio di Carmine Alfieri ma trovarono solamente, in un’altra camera, Francesco Alfieri e lo gambizzarono. Questi restò venti giorni in ospedale e fu il primo ad essere ascoltato dagli inquirenti che, man mano, interrogarono tutti i parenti della vittima. Il progetto così a lungo ragionato e pianificato, quindi, non portò ai risultati che gli assassini si erano posti. Antonio non c’era ma Antonio non poteva esserci perché ad occuparsi di lui c’era il Servizio Centrale di Protezione, una struttura del Ministero che si occupa dei parenti dei collaboratori di giustizia.