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Vittime innocenti: 20 marzo

  • 1981 Annunziata Pesce
  • 1989 Vincenzo Grasso
  • 1991 Paola Rizzello e Angelica Pirtoli
  • 1993 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
  • 1993 Domenico Nicolò Pandolfo
  • 1999 Francesco Salvo

1981
Annunziata Pesce
Di 30 anni
Uccisa a Rosarno (RC)

Annunziata Pesce è stata uccisa all’età di 30 anni da suo fratello, Antonino Pesce, per aver avuto una relazione con un carabiniere. È vittima innocente di ‘ndrangheta.


1989
Vincenzo Grasso
Gestore di una concessionaria
Ucciso a Locri (RC)

Vincenzo Grasso fu gestore di una concessionaria di auto che si rifiutava di pagare il pizzo. L’amore per la sua Locri lo ha spinto a restare, con coraggio. Venne ucciso perché aveva deciso di denunciare.


1991
Paola Rizzello e Angelica Pirtoli
Madre e figlia di 27 e 2 anni
Uccise a Casarano (LE)

Il 20 marzo 1991 trovò una morte spietata nel Salento Angelica Pirtoli, una bambina di appena due anni: la piccola rimase ferita durante l’aggressione che pose fine alla vita di sua madre. A seguito del colpo subito, si accasciò sul corpo inanime della mamma e i sicari, con estrema freddezza e crudeltà, la afferrarono per il piedino ed iniziarono a sbattere ripetutamente contro un muretto: per Angelica non sprecarono nemmeno un proiettile.

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La storia purtroppo non finisce qui perché devo raccontare anche della mamma di Angelica: Paola. Paola Rizzello fin da giovane ebbe contatti con gli ambienti malavitosi. Ebbe una relazione con il capoclan Luigi Giannelli che però era sposato con Anna Addolorata De Matteis Cataldo conosciuta come Anna Morte che la affronta pubblicamente. Paola aveva avuto una figlia, Angelica, nata dalla sua relazione con Antonio Pirtoli. La donna poi si legò a Donato Mercuri, persona di fiducia di Giannelli. Mercuri portò spesso Paola in luoghi che il clan utilizza per nascondere sostanze di spaccio, armi ed esplosivo. Paola, già tossicodipendente, fu sospettata di essersi appropriata di una certa quantità di stupefacenti dell’organizzazione criminale per farne uso personale. Dal 20 marzo 1991 non si ebbero più notizie né di Paola né della figlia Angelica e il giorno successivo al duplice omicidio, fu trovata la Fiat Panda della Rizzello in una zona residenziale compresa tra Matino e Parabita, “regolarmente parcheggiata chiusa a chiave e con all’interno la borsa, il cappotto ed alcuni giocattoli della piccola Angelica”, si legge nell’ordinanza. Il corpo della donna fu ritrovato il 19 febbraio 1997 in una cisterna situata in località contrada “Tuli”. Riguardo al ritrovamento della Rizzello, l’ordinanza precisa che fu ritrovato lo “scheletro con il solo teschio parzialmente integro ed alcuni monili d’oro alcuni dei quali riconosciuti dalla sorella e dalla cognata della Rizzello come appartenenti proprio a quest’ultima”. Gli accertamenti medico-legali confermarono che i resti esaminati fossero proprio quelli di Paola Rizzello il cui decesso veniva fissato in un arco di tempo compatibile con la sua scomparsa. Un pentito si accusò il duplice omicidio rivelando nomi e modalità: la giovane donna arrivò alla guida della sua Panda Rossa, parcheggiò e salì sul sedile posteriore dell’Alfa 75 guidata da De Matteis, al cui fianco era seduto Biagio Toma, convinta a seguirli per la promessa di una dose di eroina. Giunti sul luogo dove doveva essere compiuto il delitto, De Matteis, con un fucile da caccia automatico colpì Paola all’addome e poi al petto. Quest’ultima aveva in braccio Angelica che fu erroneamente colpita e ferita al piede destro. Il ferimento della bambina fu un imprevisto e dopo essersi consultati con Mercuri, venne deciso di uccidere anche la bambina. I corpi delle vittime furono bruciati e poi seppelliti e Donato Mercuri ordinò a De Matteis e Toma di occultare i resti in posti diversi per evitare che fossero ritrovati insieme. Paola Rizzello fu gettata in una cisterna che si trovava sotto al casolare mentre Angelica in un sacchetto di juta e fu portata sulla collina di Sant’Eleuterio.

1993
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Giornalisti di 33 e 45 anni
Uccisi a Mogadiscio (Somalia)

I due giornalisti Rai, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, vennero uccisi nella parte nord della città di Mogadiscio. Fu un commando di sette persone a bordo di una Land Rover a bloccare il pick-up in cui si trovavano la Alpi e Hrovatin: furono uccisi con un’arma da fuoco, l’autista e l’uomo della scorta rimasero illesi. la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin vennero uccisi a Mogadiscio. La giornalista italiana stava indagando su un possibile traffico di rifiuti tossici e armi tra Italia e Somalia. L’uccisione dei due reporter potrebbe quindi essere stata causata da un agguato premeditato effettuato con lo scopo di eliminare due possibili testimoni dei traffici illeciti in corso.


1993
Domenico Nicolò Pandolfo

Primario di 51 anni
Ucciso a Locri (RC)

Domenico Nicolò Pandolfo, primario neurochirurgo, fu ucciso per non aver fatto un miracolo in sala operatoria. Era un luminare della neurochirurgia ed è stato ammazzato a colpi di pistola, sulla strada, come un cane, davanti all’ospedale perché non era riuscito a strappare alla morte la bambina di un boss colpita da un tumore al cervello.


1999
Francesco Salvo

Barista di 38 anni
Ucciso a Castel Volturno (CE)

Francesco Salvo era un barman e fu bruciato vivo a Castel Volturno. Quella sera arrivarono in quattro, pistola in pugno e taniche di benzina in mano: uno stordì il cassiere con il calcio della pistola e prese i guadagni della serata, 700 mila lire, l’altro cosparse di benzina il pavimento e ne lanciò a fiotti contro Mario Brancaccio. Le fiamme corsero rapidamente per il pavimento e circondarono Francesco Salvo, Mario Brancaccio e due clienti (Andrea Fusco, Antonio Di Spirito). Il ragazzo morì dieci giorni dopo in ospedale avendo riportato ferite molto gravi.