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Vittime innocenti: 29 novembre

  • 1946 Filippo Forno e Giuseppe Pullara
  • 1947 Luigi Geronazzo
  • 1983 Sebastiano Alongi
  • 1985 Enrico Antonio Monteleone
  • 1995 Antonino Buscemi
  • 1996 Celestino Fava e Antonino Moio

1946
Filippo Forno e Giuseppe Pullara
Sindacalisti
Uccisi a Comitini (AG)

Filippo Forno, residente a Comitini in provincia di Agrigento, iniziò a collaborare con il sindacalista Giuseppe Pullara per ostacolare gli interessi dei gabelloti mafiosi a difesa dei diritti dei contadini. La sera del 29 novembre, i due si incontrarono sulla strada di rientro a casa dopo aver parlato con alcuni contadini della zona in merito all’attuazione di alcune direttive che prevedevano la riassegnazione dei feudi e dei prodotti agricoli. In contrada Serra Palermo, Forno e Pullara vennero trovati morti ammazzati.


1947
Luigi Geronazzo
Tenente Colonnello di 50 anni
Ucciso a Partinico (PA)

Luigi Geronazzo fu un Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, medaglia d’Argento al Valor Militare, ucciso in un agguato mafioso. Fin da giovanissimo entrò nell’Arma dei Carabinieri. Nel 1936 partecipò all’occupazione italiana dell’Etiopia dove prese parte alla battaglia del Ganale Doria, battendo le truppe abissine e ricevendo due medaglie al Valor Militare. Tornato in Sicilia fu messo al comando di un Battaglione CC impegnato nell’individuazione ed eliminazione di una banda armata locale. La sera del 29 novembre, facendo ritorno in caserma, fu ucciso da banditi in un agguato armato.


1983
Sebastiano Alongi
Imprenditore di 40 anni
Ucciso a Prizzi (PA)

Piccolo imprenditore edile di Lercara Friddi, in provincia di Palermo, Sebastiano Alongi pretendeva di partecipare a gare d’appalto limpide e trasparenti e per questo entrò in conflitto con aziende concorrenti vicine alla mafia. Quando sparì nel nulla, nel novembre 1983, aveva 40 anni. La sua auto venne ritrovata il 29 novembre bruciata a Baucina ma del suo corpo non si seppe più nulla. Sul web non esiste neppure una sua foto. La moglie, Anna Pecoraro, insegnante ed ex-consigliera comunale socialista di Prizzi, denunciò ai magistrati i favoritismi politici e gli interessi criminali che avevano portato all’isolamento e all’uccisione del marito. Tuttavia, il processo nei confronti dei capimafia di Prizzi si concluse con l’assoluzione con formula piena dei tre imputati.


1985
Enrico Antonio Monteleone

Di 34 anni
Ucciso a Isola delle Femmine (PA)

Enrico Antonio Monteleone si era arruolato giovanissimo, ad appena 20 anni. Poi fu trasferito a Isola delle Femmine. Un anno e mezzo dopo il trasferimento, il 28 novembre 1985, dopo aver accompagnato le figlie a scuola, giunto in caserma, aveva sentito squillare l’allarme collegato con l’ufficio postale poco distante dalla caserma. Si precipitò insieme ad un collega davanti all’ufficio postale dove i malviventi, avvisati da un complice che li attendeva in auto, avevano appena completato la rapina e stavano per darsi alla fuga facendosi scudo con alcuni clienti presi in ostaggio. Di fronte ai rapinatori, Monteleone si rifiutò di consegnare l’arma d’ordinanza e, nonostante fosse impossibilitato ad utilizzarla per non rischiare di ferire gli ostaggi, si scagliò contro i malviventi ingaggiando una violenta colluttazione durante la quale fu raggiunto al cuore da un colpo di pistola. Sottoposto ad un delicato intervento, si arrese in ospedale all’alba del giorno successivo, dopo ore di agonia.


1995
Antonino Buscemi

Imprenditore di 39 anni
Ucciso ad Avola (SR)

Antonino Buscemi, piccolo imprenditore di Avola, fu ucciso in un deposito della sua ditta di impianti elettrici, a Riscone, da numerosi colpi di armi da fuoco. Gli investigatori pensano che abbia pagato il rifiuto di pagare il pizzo o l’aggiudicazione di appalti non gradita a un sodalizio mafioso. Delitto impunito.


1996
Celestino Fava e Antonino Moio

Contadini di 20 e 27 anni
Uccisi a Palizzi (RC)

Celestino Fava, nato in un’umile famiglia nella provincia di Reggio Calabria, era un contadino. Nino Moio, contadino anch’egli di 27 anni, era amico di Celestino e la mattina del 29 novembre del 1996 i due giovani raggiunsero insieme la porcilaia in contrada Cugni, del comune di Palizzi. A bordo di una jeep arrivarono due killer che spararono prima a Nino e, accortosi della presenza dell’amico, colpirono anche Celestino testimone dell’accaduto.