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Vittime innocenti: 8 novembre

  • 1874 Emanuele Attardi
  • 1947 Vito Pipitone
  • 1989 Anna Maria Cambria
  • 1991 Vincenzo Giordano
  • 1997 Silvestro Delle Cave

1874
Emanuele Attardi
Ucciso a Bagheria (PA)

Emanuele Attardi è stato un bambino vittima di Cosa Nostra, ucciso in un agguato volto a colpire il padre Gaspare, Cancelliere della Pretura. Il giovane Emanuele, quella sera, stava passeggiando con il padre per le vie della città quando fu sparato un colpo di fucile all’indirizzo dei due che colpì il bambino anziché la vittima designata, cioè il padre, zelante cancelliere della Pretura che aveva anche contribuito a far riconoscere e arrestare un mafioso locale.


1947
Vito Pipitone
Segretario della Camera del Lavoro
Ucciso a Marsala (TP)

Vito Pipitone, Segretario della Camera del lavoro di Marsala, venne ucciso a Marsala da un colpo di lupara mentre si trovava sulla sua bicicletta, a pochi metri dalla casa materna. Venne ucciso perché si batteva per garantire ai lavoratori un giusto stipendio, la pensione e per evitare che lavorassero più di otto ore al giorno.


1989
Anna Maria Cambria
Di 16 anni
Uccisa a Milazzo (ME)

Anna Maria Cambria fu uccisa all’uscita di un bar mentre portava un cioccolatino al suo ragazzo, vittima innocente dei killer di un pregiudicato, Francesco Alioto. Non hanno rinunciato alla loro missione omicida neppure quando la giovane è entrata nel loro mirino. Il duplice assassinio è avvenuto davanti al bar nel quale Anna era entrata per comprare alcuni dolci. E’ morta stringendo nel pugno, trafitta dai proiettili di rivoltella, accanto alla cabina telefonica dove ha tentato inutilmente di cercare riparo. A pochi metri, il corpo del vero obiettivo dei sicari, Francesco Alioto, un pregiudicato con precedenti per spaccio di stupefacenti.


1991
Vincenzo Giordano
Benzinaio
Ucciso a Marina di Caronia (ME)

Vincenzo Giordano faceva il benzinaio a Marina di Caronia, in provincia di Messina. Più volte aveva notato un piccolo gruppo di sbandati stazionare nei pressi del suo distributore, probabilmente per spacciare droga, così aveva anche avvertito i Carabinieri e alcuni ragazzi erano stati fermati. La risposta del clan fu immediata e Vincenzo venne ucciso con quattro colpi di fucile a canne mozze e poi lasciato a terra con il cervello letteralmente spappolato.


1997
Silvestro Delle Cave

Di 9 anni
Ucciso a Cicciano (NA)

Era il 1997 quando Silvestro Delle Cave, bimbo di 9 anni, scomparve nel nulla. Aveva 9 anni e viveva a Roccarainola, un piccolo centro abitato tra Napoli e Avellino. Silvestro era solito giocare presso il rione popolare delle case Gescal e con i suoi amici si divertiva a fare quegli scherzi che sono soliti fare i bambini. Il piccolo e gli altri del gruppo giocavano a suonare ai campanelli dei palazzi per poi scappare via con il cuore in gola.

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Tra i tanti campanelli suonati per gioco anche quello di Andrea Allocca, un anziano pensionato settantenne che, furioso per lo scherzo subito, scese in strada a sbraitare. L’anziano così raggiunse il gruppetto di amici ed inveì con parole e gesti. Silvestro spaventato si paralizzò e cominciò a piangere. Allocca, per calmare il piccolo, lo invitò a salire a casa. Da quel momento iniziarono gli abusi che Allocca, il genero Gregorio Sommese di 43 anni e il cognato di quest’ultimo Pio La Trocchia, perpetuano quasi quotidianamente nei confronti del piccolo Silvestro. Il piccolo da quel giorno diventò abulico, perse la gioia di vivere. Silvestro non ce la faceva più e voleva raccontare tutto al suo papà così i tre orchi, per paura di essere scoperti, decisero di ucciderlo. Andrea Allocca con un bastone picchiò forte sulla testa di Silvestro ed insieme a Sommese fece pezzi il corpo del bimbo. Pio Trocchia ebbe invece il compito di trasportare con la sua Panda il corpo in un luogo isolato. In aperta campagna i tre pedofili e assassini diedero poi fuoco a quei poveri resti. Le ricerche del bambino partirono dalla Campania per toccare tutta l’Italia. I carabinieri intanto avevano messo sotto controllo i telefoni di Allocca e Sommese. Una intercettazione portò all’arresto dei due pedofili. Poche ore dopo viene fermato anche Pio Trocchia. Le confessioni dei tre sono dettagliate e prive di emozioni. Per loro Silvestro non è un bambino ma un oggetto. Dopo 8 anni, il 12 aprile 2005, viene ritrovata una valigia con dentro i resti e alcuni oggetti, scarpette da tennis e frammenti di abiti, appartenuti al piccolo Silvestro.