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Lino Cannavacciuolo: “Il teatro e i live mi appartengono da sempre”

 Lino Cannavacciuolo : “Amo condividere la musica con altri musicisti, il teatro e i live mi appartengono da sempre”

Lo scorso 27 Novembre il maestro Lino Cannavacciuolo si è esibito al Teatro Mediterraneo di Napoli con il suo live “Lino Cannavacciuolo Experience”. Con lui sul palco i musicisti e gli amici di sempre : Gigi De Rienzo, Vittorio Riva, Piero De Asmundiis e gli ospiti Gigi Finizio e Marco Zurzolo. Un concerto-live unico, dove la musica fa  rima con condivisione, passione, ma anche ricerca e commistione di generi. Abbiamo avuto il piacere di intervistare il maestro Cannavacciuolo poco prima del concerto, in esclusiva ai microfoni di Radio Siani.

Maestro, partirei subito di come nasce questo bellissimo live “ Lino Cannavacciuolo Experience”e di come nata l’ idea.

Intanto la musica in teatro è qualcosa che mi appartiene da sempre. Più che altro ho ripreso il mio percorso mondo live, perchè avevo un po’ abbandonato e adesso siamo ritornati. Mi hanno proposto di fare un concerto in questo teatro, anche se in questa location ci ho suonato già varie volte, è un po’ come se mi sentissi un po’ a casa. Questa sera ci esibiremo in una formazione un po’ minimal, ma con musicisti che collaborano con me quasi da sempre, e parlo di Gigi De Rienzo che fa parte del movimento degli anni 70 e 80, Piero De Asmundiis che già ha suonato con me anche in passato e Vittorio Riva che anche è un mio amico di infanzia. Per l’occasione ho invitato come ospiti Marco Zurzolo e Gigi Finizio. Il primo è un musicista straordinario, mentre il secondo è una voce fantastica. Quello che mi piace è che si torni a suonare condividendo, personalmente amo stasera sul palco insieme ad altri musicisti, fare musica insieme è la cosa più bella.

Nel periodo degli anni 70′ si respirava un gran fermento intorno al movimento “Neapolitan Power”. Quale era in quegli anni l’atmosfera artistica e culturale che si respirava?

Io appartengo ad una generazione successiva a tutto quel movimento. Però l’ho vissuta intensamente. L’aria sicuramente era diversa da ciò che abbiamo adesso. Era tutto creativo, tutto nasceva con grande entusiasmo. Se avevi un’ idea in mente, musicale o artistica, prendeva vita. L’entusiasmo, la curiosità, era nell’aria di ogni artista. Adesso è tutto più slegato. Ognuno cammina da se, da un lato la tecnologia ha aiutato sicuramente, ma anche separato i rapporti.

L’approccio poi della generazione post-neapolitan power, fu differente?

La situazione fu sicuramente progressiva, tutto venne in modo graduale.

Il processo musicale che l’ha portato dall’album Forme ad oggi, quale è stato?

Se riflettiamo Forme è un disco che ha un sapore concettuale di musica da camera, sicuramente colto. Ma l’essenza, il mood, la scrittura ha che fare con l’etnia campana, quello che è la forma. Ho amato fare questo viaggio, tra le forme della musica campana. Partendo dal 600, da Leonardo Vinci, e poi Nicola Matteis, con un aria amorosa, ho composto una mia “gagliarda” sullo stile di Antonio Valente, tutto con un mio modo di sentire. Gli altri pezzi originali tutti hanno un riferimento ad una danza storica. Per quanto riguarda il periodo barocco ho scoperto una marea di musicisti, straordinari. In questo la tecnologia ci viene sicuramente incontro. Adesso è tutto piu veloce e piu ricca la conoscenza.

Quanta è stata fondante la musica classica partenopea per quella odierna.

Se pensiamo agli anni 50′, la forma della canzone classica napoletana. Con Carosone c’è stata la rivoluzione, con Pino Daniele la consacrazione, ma anche con lo stesso maestro Roberto De Simone poi ha recuperato tutte le villanelle, le moresche, il periodo barocco. Tutte le basi della canzone della popolare, poi hanno contribuito ad avere i famosi input a quello che oggi ascoltiamo.

Sergio Cimmino

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