Cresce il razzismo online, e sempre più spesso passa dai social network. Twitter, Facebook, ma anche le community online delle testate giornalistiche, stanno diventando dei moltiplicatori di messaggi che puntano all’incitamento all’odio razziale. I dati vengono dlla ricerca italiana sull’Hate speech, giornalismo e immigrazione, realizzata da Cospe (Cooperazione per sviluppo Paesi emergenti). Secondo l’Unar nel 2014 sono stati 347 i casi di espressioni discriminanti sui social, di cui 185 su Facebook e il restante su Twitter e Youtube. Tra gli argomenti al centro degli insulti c’è soprattutto l’accoglienza dei migranti, presa spesso di mira dagli utenti alimentati dai falsi miti sulle spese a nostro carico per accogliere nel nostro paese chi viene da paesi in difficoltà. Dopo la ricerca e l’analisi, ci sarà una fase di sperimentazione con lo stesso gruppo di lavoro che ha condotto la ricerca, impegnato nella creazione di un decalogo per i social media manager. Inoltre, saranno previsti anche corsi di formazione per gli insegnanti e un toolkit multimediale.
Fabio Noviello