Si continua a sparare a Napoli: stanotte sono stati freddati due giovani, a Bagnoli e al rione don Guanella, nonostante ieri mattina il Ministro degli Interni Angelino Alfano, in Prefettura per il Comitato ordine e sicurezza, abbia detto che “lo Stato si impegnerà a far tacere le pistole”.
Il responsabile del Viminale si è impegnato a proporre l’abbassamento dell’età punibile per i minorenni, installare nuove telecamere nel centro storico ed ha annunciato l’arrivo in città di 74 investigatori e 440 uomini tra polizia e Carabinieri.
A tal proposito abbiamo contattato Ivo Poggiani, membro del Movimento “Un popolo in cammino”, che sulla questione della videosorveglianza non ha peli sulla lingua: “la maggior parte delle telecamere nel rione Sanità sono spente; quelle accese nelle altre zone di Napoli servono a far rispettare la Ztl”.
Il Movimento “Un popolo in cammino”, che al Prefetto di Napoli ha chiesto una serie di tavoli permanenti su Lavoro, Scuola e Sicurezza Sociale, lo scorso 5 dicembre, ha organizzato un corteo a Napoli per manifestare contro la camorra e il degrado: “in molte zone della città- ci dice Ivo- è la camorra a distribuire reddito alle famiglie, coinvolte in piccole faide disseminate sul territorio”.
Per strappare i giovani alla camorra, il Movimento propone di lasciare aperta, in ciascuno dei 21 quartieri di Napoli, almeno una scuola fino a sera: “con laboratori che preparino al lavoro nel campo dell’agricoltura, del turismo, nel ciclo dei rifiuti, miriamo al reinserimento sociale di chi, una volta uscito dal carcere, vuole impegnarsi a non delinquere più”.
Non è con la sola repressione, quindi, che si sconfigge la camorra: “l’operazione alto impatto-prosegue Ivo- ha militarizzato Scampia: da quando è terminata le piazze di spaccio sono rifiorite e chi esce dal carcere torna a delinquere”.
Prima di lasciarci Ivo ci invita all’Assemblea Pubblica di “Un popolo in cammino” che si terrà sabato 13 febbraio alla Chiesa di San Severo fuori le mura, al Rione Sanità, dalle 13.30 alle 18.30.