A dare maggior risalto alla notizia ci hanno pensato gli avvocati dell’associazione forense ‘Porzio’ che pochi minuti fa hanno sfilato a Corso Resina qui ad Ercolano, per manifestare contro l’amministrazione comunale degli Scavi, che assieme a quella di Portici sono gli autori del fallimento del Giudice di Pace. La vicenda nasce tempo fa quando i sindaci dei due comuni furono chiamati a sondare la disponibilità nel trasferire alcuni dipendenti comunali presso il Tribunale di Portici, ma nel momento in cui, la disponibilità di questi è venuta a mancare, a seguito di un controllo del Ministero della Giustizia si è constatata l’impossibilità di erogare il servizio all’utenza e quindi dopo una serie di solleciti la decisione di sospendere le attività del Giudice di Pace.
A spiegarci meglio ciò che è accaduto ci ha pensato Giacomo Iacomino presidente dell’associazione ‘Porzio’ rilasciandoci le sue dichiarazioni: <<Venerdì 13 non è sceso in strada il professionista avvocato ma l’uomo civile che si fa portatore delle legittime aspettative di un territorio che non può essere deprivato di un servizio di Giustizia,ultimo presidio di legalità “applicata”per Portici ed Ercolano. La cancellazione del Giudice di Pace, a causa dell’ inadempienza del comune di Ercolano, produrrà disagi e diseconomie per le cittadinanze e per le stesse Amministrazioni. Non si riesce a comprendere come ciò avvenga senza la collettiva indignazione e la protesta della società civile, a partire dalla intelligenza e delle rappresentanze sociali>>.
Pronta la risposta del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto: <<La volontà dell’amministrazione è quella di mantenere aperto l’ufficio del Giudice di Pace di Portici, uno dei presidi di legalità dell’area vesuviana, ma è dal mese di luglio, poche settimane dopo il mio insediamento, che siamo alla ricerca di tre dipendenti comunali disposti a trasferirsi presso l’ufficio del Giudice di Pace di Portici. Tutte le procedure di mobilità avviate dal Comune sono andate deserte. Io, i dirigenti e vari consiglieri abbiamo chiesto personalmente a quasi tutti i dipendenti la disponibilità al trasferimento, ma nessuno ha voluto accettare. Quella del giudice di Pace è una delle conseguenze determinata dalle politiche sul turn-over dei dipendenti che abbiamo ereditato dalle precedenti amministrazioni, che non hanno sostituito i dipendenti che andavano in pensione e che, soprattutto, non hanno lasciato risorse a disposizione per procedere a nuove assunzioni>>.
Fabio Noviello