Con ‘hate speach on line’, si vuole intendere quel fenomeno discriminatorio, fatto di commenti xenofobi e di odio razziale, che riempiono le pagine dei social network. L’Unar (Ufficio antidiscriminazioni razziali del dipartimento delle Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri), ha registrato che nel 2014, ci sono stati trecentoquarantasette casi di espressioni razziste sui social, di cui centottantacinque su Facebook e le altre su Twitter e Youtube. A cui se ne aggiungono altri trecentoventisei nei link che le rilanciano. In totale fanno quasi settecento episodi di intolleranza. Intanto Marco De Giorgi, direttore dell’Unar, ha dichiarato che è in atto una collaborazione con la polizia postale, e con Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori), per frenare questo fenomeno.
Fabio Noviello