Il quartiere napoletano di Ponticelli negli ultimi giorni è tornato protagonista delle cronache nazionali per i diversi episodi di violenza che l’hanno visto incolpevole protagonista. Due incendi, di un’abitazione e di un esercizio commerciale. Due bombe carte che hanno distrutto sei automobili. Una sparatoria ed un accoltellamento in una tentata rapina. A seguito di questi episodi il locale presidio di Libera ha deciso di scendere in strada ed urlare a gran voce contro la camorra. La manifestazione è stata organizzata per il prossimo lunedì 19 gennaio a partire dalle 18.30, con il concentramento all’incrocio tra via De Meis e corso Ponticelli.
L’iniziativa è stata messa in campo per cercare di trovare sponda nei cittadini del quartiere e non lasciare le associazioni sole nel contrasto alla camorra e alle illegalità. La gente ha paura e per questo una parte degli abitanti del quartiere resterà barricata dietro le porte e finestre delle case. È fisiologico. Succede in ogni luogo d’Italia dove si tenga una manifestazione del genere. Sia esso nella Sicilia più estrema o nella impernacchiata Lombardia.
Ponticelli è un quartiere di Napoli, anche se molto spesso le istituzioni se ne dimenticano. Come fanno con San Giovanni a Teduccio e Scampia. Se ne dimenticano perché conviene. Perché queste zone possono essere zavorra o, molto più spesso, sono delineate come tali. La miglior risposte alle illegalità, alla camorra, ai criminali che hanno ripreso a mettere a ferro e fuoco il quartiere sarebbe vedere le istituzioni per strada questo lunedì. Mischiati tra i cittadini e gli esponenti delle associazioni. E vedere anche la stampa raccontare più spesso questi territori e non solo nelle pubbliche sfilate o per dei morti ammazzati.
Ciro Oliviero