“La fotografia è un modo sbrigativo per fare una scultura” (Robert Mapplethorpe).
IL CONTRASTO E LA LUMINOSITÀ – COME ELIMINARE I DIFETTI
A moltissimi sarà capitato di fotografare in pieno sole e ritrovarsi con primi piani caratterizzati dalla solita ombra disturbante sotto il naso. È chiaro che è colpa nostra, del fatto che non si è considerato che con quella luce le ombre sarebbero state inevitabili. Si poteva evitare quell’inestetismo con un colpo di flash, programmando diversamente la fotocamera, scegliendo un’altra ora ma si potrà anche intervenire in post-produzione. Ancora una volta la scappatoia sarà possibile trovarla ma forse conviene considerare alcune faccende e la prossima volta andrà meglio.
Con il concetto di ‘foto contrastata’ si allude alla forte differenza emergente in una immagine. Si nota tra le zone chiare e quelle scure. Sono i toni intermedi a essere andati a farsi friggere e ora c’è poca da perderci tempo. Non ci sono, stop. Non sarebbe un problema, in fondo, qualora si potesse ripetere lo scatto ma, altrimenti, l’effetto complessivo non è soddisfacente e sarà inevitabile cercare di risolvere, appunto, in post-produzione o, se la fotocamera consente di modificare questo parametro, intervenire sulla immagine prima di scaricare la foto. Ci si ritroverà di fronte a risultanti scadenti anche qualora la foto sia poco contrastata. Stavolta le orme sono di scarso rilievo mentre i toni intermedi prevalgono chiaramente.
Altro discorso, ovviamente, andrebbe fatto qualora si fotografasse usando la pellicola. Con la fotografia analogica risulta essere necessario un intervento in fase di sviluppo del negativo. È nella camera oscura, dunque, che si concluderà il cosiddetto processo di ‘tiraggio’. Con questa tecnica si deve partire utilizzando una pellicola come fosse dotata di più Iso. A esempio, di deve trattare una pellicola da 400 Iso come fosse di 200 Iso, ovvero occorrerà sottoesporre al momento dello scatto. Quando, ormai, la luce avrà impressionato la pellicola e ci si potrà recare in camera oscura, non si dovrà fare altro che intervenire sulla temperatura dei liquidi di sviluppo o sui tempi di sviluppo del positivo. Il fenomeno di formazione della immagine sarà così ricondotto alla quasi normalità. In effetti qualche problema lo si potrà ancora notare ma forse è proprio in quei difetti che si nota il fascino di questo genere di fotografia. Non a caso nei programmi che consentono di intervenire in post-produzione per migliorare le immagini digitali c’è anche lo strumento che conferisce grana alla immagine: è un modo per riutilizzare quel difetto della fotografia analogica, aggiungendo fascino per chi ama, appunto, il genere.
Collegato a questi aspetti è il fattore ‘luminosità’. Per effetto di questo parametro ci si potrà ritrovare a lamentare un difetto di dettagli nelle zone luminose dell’immagine a fronte di maggiori dettagli nelle zone poste in ombra. Si potrà intervenire agevolmente in post-produzione anche con uno dei programmi scaricabili gratuitamente dal web (tipo Picasa 3).
Rilevando che esiste un rapporto tra la luminosità del punto più prossimo al bianco e quello più vicino al punto più scuro, si comprende quali soluzioni siano migliori per intervenire in post-produzione, ovvero quali siano in grado di consegnarci una immagine contrastata al meglio. Tra l’altro questo è un ‘aggiustamento’, insieme alla saturazione, ammesso nella maggior parte dei concorsi fotografici. Conviene, pertanto, saper affrontare questo genere di intervento spesso inevitabile dopo aver scattato. È importante che l’immagine sia correttamente contrastata affinché il soggetto, qualora occorra e certe volte è essenziale, dia l’idea della tridimensionalità, ovvero si presenti all’osservatore come fosse un oggetto materiale e dimostri la verità dell’affermazione di Mapplethorpe.
Alcuni ottimi strumenti di approfondimento sono qui, da cui si può giungere anche a un approfondimento che riguarda la fotografia di nudo.
Qui, invece, è possibile approfondire come migliorare il contrasto con Photoshop. Per un approccio teorico che evidenzia tre concetti basilari, ovvero il Macrocontrasto (o contrasto globale) che è la differenza di luminosità tra chiari e scuri nell’intera immagine, il Contrasto locale, come il contrasto totale, esprime una differenza di luminosità tra chiari e scuri, ma non nell’intera immagine, bensì in un’area più o meno estesa di quest’ultima e il Microcontrasto, che misura la differenza di luminosità tra le zone chiare e scure nei piccoli particolari dell’immagine, e rimanda a tre ottimi articoli di approfondimento, si consiglia questo sito.
Alessia Orlando e
Michela Orlando