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La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo non ha accolto il ricorso presentato dal capo mafia Totò Riina. Nel documentato che aveva presentato il boss di Cosa Nostra aveva sottolineato che i suoi diritti erano violati date le condizioni di detenzione nelle quali versa. Una tesi accompagnata da varie rimostranze, tra le quali la violazione dei diritti afferenti al regime di detenzione del 41bis a cui è sottoposto Riina.
La Corte ha ha rigettato la richiesta per mancanza di elementi a sostegno della richiesta da parte del detenuto Riina. Non sono dunque in violazione dei suoi diritti le limitazioni concernenti la videosorveglianza, il controllo della corrispondenza, ed altre che lui aveva sottolineato nella richiesta. Data la storia criminale dell’interessato lo Stato ha giusta necessità di controllare ciò che fa.
Ciro Oliviero
