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The Voodoo Child: Jimi Hendrix

Seattle, 27 novembre 1942 – Kensington, 18 settembre 1970

Jimi Hendrix, all’anagrafe James Marshall Hendrix, è stato un chitarrista e cantautore statunitense. È stato uno dei maggiori innovatori nell’ambito della chitarra elettrica: durante la sua parabola artistica, tanto breve quanto intensa, si è reso precursore di molte strutture e del sound di quelle che sarebbero state le future evoluzioni del rock attraverso un’inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky. Secondo la classifica stilata nel 2011, dalla rivista Rolling Stone, è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi, precedendo in questa speciale classifica Eric Clapton e Jimmy Page. La sua esibizione in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è divenuta un vero e proprio simbolo: l’immagine del chitarrista che, con dissacrante visionarietà artistica, suona l’inno nazionale statunitense in modo provocatoriamente distorto è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo musicale. Hendrix è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992. Nacque come Johnny Allen Hendrix al King County Hospital di Seattle, nello Stato di Washington, USA, dall’unione tra James Allen (“Al”) Hendrix di origini afro-native (da parte della madre di nobile stirpe cherokee) e Lucille Jeter, diciassettenne afroamericana. Con molta probabilità il nome gli fu dato dalla madre in omaggio agli uomini più importanti della propria vita: il marito (che a quel tempo stava svolgendo il servizio militare e combattendo la seconda guerra mondiale) e l’amante (un certo John Williams), personaggio ambiguo che pare vivesse di espedienti oltre il confine della legalità. Nei primi tre anni di vita il piccolo Hendrix fu sballottato tra parenti e conoscenti a causa del comportamento di Lucille, che essendo molto giovane e vivace usciva spesso di casa a divertirsi (divenne presto una forte bevitrice di alcolici), abbandonando il bambino; perciò veniva giudicata poco adatta al ruolo di madre perfino dai propri familiari. Ad un certo punto, Clarice Jeter, la nonna materna, affidò il nipote ad una famiglia afro meno povera, i Champ, che abitava in California e sembrava intenzionata ad adottarlo. Dopo il suo congedo (11 novembre 1945), recuperò il figlio e tentò di salvare il matrimonio. L’11 settembre 1946 cambiò il nome del bambino in James Marshall Hendrix, in onore del proprio defunto fratello maggiore, che aveva Marshall per secondo nome. Trascorse un illusorio periodo di serenità di circa tre anni, in cui la famiglia, dopo il trasferimento in un povero quartiere periferico di Seattle, si allargò con la nascita di altri due figli (Leon e Joseph); infine i due coniugi finirono per separarsi a causa della loro incompatibilità caratteriale. Il divorzio della coppia fu notificato ufficialmente il 17 dicembre 1951, quando Hendrix aveva appena compiuto nove anni: il piccolo fu affidato insieme al solo Leon alla custodia del padre (mentre Joseph fu dato in adozione). Negli anni successivi, il complesso legame con la madre, a momenti intenso ma soprattutto discontinuo a causa della frequente assenza di questa dalla quotidianità della futura rockstar, avrebbe segnato profondamente i rapporti umani ed affettivi di Jimi con le persone che avrebbe frequentato nel corso della vita. Nonostante i pesanti problemi familiari, la musica fu una presenza costante nella vita di Hendrix fin dall’inizio: sua nonna Nora in gioventù aveva fatto parte di una compagnia itinerante di vaudeville come ballerina e i suoi genitori erano stati abili danzatori semi-professionisti (soprattutto il padre).

 

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