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Magie in campo, Gianfranco Zola

Nel 1986 viene ingaggiato da un’altra squadra sarda, la Torres di Sassari: vince nel 1987 il campionato di C2, segnando 8 gol in 30 partite. Dopo tre anni di militanza alla Torres, approda in serie A, nel Napoli delle meraviglie. Per Gianfranco giocare e allenarsi con Diego Armando Maradona è un’opportunità incredibile, ma allo stesso tempo una responsabilità scomoda: è lui infatti il giocatore chiamato in caso di necessità a sostituire il grande Diego ricoprendo in campo il suo stesso ruolo.

Al suo primo anno al Napoli la squadra vince il campionato italiano: anche Zola, sebbene sia una riserva, fornisce il suo contributo allo scudetto segnando due gol. Pian piano, con il dovuto tempo, la figura e le doti di Gianfranco Zola emergono. Il sardo si fa notare, in campo è rapido, coraggioso e pieno di iniziativa. Lo stesso Maradona, prima di lasciare il Napoli gli affida simbolicamente la maglia numero 10, riconoscendo in Zola un degno erede. Oltre all’ispirazione di Maradona, del quale Zola osserva e studia in particolar modo la tecnica dei calci di punizione, assorbe quanto più possibile da altri grandi campioni quali Careca, Fonseca, Ciro Ferrara e Alemao.

Nei suoi quattro anni a Napoli, Gianfranco Zola segna 32 gol in 105 partite. Nel 1991 con la squadra partenopea vince la Super Coppa di Lega italiana e viene convocato in Nazionale dal C.T. Arrigo Sacchi.

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