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Figli. Parenti altri. Amici. Clienti. Colleghi. Cittadini. Centinaia le persone accorse per l’ultimo saluto terreno ad Antonio Formicola, il fioraio di Ercolano, morto suicida lunedì scorso nel palazzo comunale di corso Resina. Oltre alle persone già indicate al corteo ed anche nella basilica di Santa Maria a Pugliano, dove si sono tenute le esequie, erano presenti anche pregiudicati. Gli stessi che si erano intrufolati nella protesta che nelle prime ore seguenti l’accaduto di lunedì era stata portata avanti da alcuni commercianti e dai cittadini del quartiere.
La celebrazione eucaristica è stata delle più classiche. Senza fronzoli. L’omelia non ha fatto cenno, come invece era stato fatto ieri durante la veglia di preghiera in memoria del commerciante, alle strumentalizzazioni messe in atto in questi giorni. Al termine del rito la figlia di Antonio Formicola ha letto una lettera. L’ultimo saluto ad un genitore che si ricongiunge alla moglie, già deceduta, con la speranza di poter vegliare dall’alto i tre figli che restano orfani.
A margine della messa di celebrazione dei funerali di Antonio Formicola alcuni degli aderenti al comitato hanno distribuito un volantino, al quale non daremo spazio, in quanto non firmato, e dunque non riconducibile ad alcuna persona.
Una vicenda che, neanche in questa giornata di lutto cittadino, oltre quello personale di parenti ed amici, continua ad essere strumentalizzata ad uso e consumo di chicchessia. Un ragazzo, che alcuni dei presenti hanno definito un giovane politico locale, mentre all’interno della chiesa si svolgevano le esequie, ha raccolto intorno a sé cittadini e alcuni giornalisti, tenendo una sorta di comizio elettorale, contro l’amministrazione, sottolineando le inefficienze della città. Ercolano è senza ombra di dubbio una città piena di difficoltà, ma di certo non può essere il funerale di un cittadino, di un commerciante, il luogo e il momento per elencarle.
Il rispetto per il dolore dei figli di Antonio non è stato mantenuto. In nessuno dei momenti che hanno scandito questi ultimi giorni della città alle pendici del Vesuvio. Neanche quello dell’ultimo saluto al proprio caro estinto. Un particolare non di poco conto.
Ciro Oliviero
