Nel comune di Giugliano arriva la commissione d’accesso, il consiglio dei ministri ha sciolto l’assise cittadina. Per camorra. La città, tra le più estese e dense dell’intera area a nord di Napoli, ora è congelata in una situazione in cui versano molti comuni partenopei. Un territorio controllato dal clan Mallardo che in accordo con i casalesi e con il “sistema” di Scampia, che soffre ormai da anni un tracollo ambientale causato da discariche, lecite e illecite. Da premettere che lo scioglimento era stato sfiorato in passato già in due circostante. A stilare il dossier che ha decretato lo scioglimento è stata una triade scelta, pare, in virtù delle storie personali dei singoli uomini di giustizia che hanno prodotto una relazione di 500 pagine con 1600 fogli in allegati. Giovanni Cirillo, prefetto vicario di Salerno, il vicequestore Pasquale De Lorenzo e l’ingegner Giuseppe Rocco, esperto di appalti. Il prefetto Francesco Musolino, dopo il vertice con le forze dell’ordine e il procuratore capo Giovanni Colangelo, ha deciso poi di formulare un’ipotesi di scioglimento al Viminale, in base all’ampia documentazione prodotta. Un dossier in cui si evincono nomi, cifre e sospetti che attanagliano Giugliano. Ambiguità su presunti collegamenti diretti e indiretti tra componenti dell’assise e la criminalità organizzata locale che hanno compromesso l’andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale, come citato dalla nota del governo. Saltano quindi le elezioni amministrative di maggio che avrebbero dovuto rinnovare il consiglio comunale della città. La mano della camorra continua ad affossare un territorio già ampiamente martoriato e condannato ad una paralisi che si farà sentire, non poco.
Domenico Caiazza