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“L’ERA LEGALE”

Nel 2020, l’elezione di Nicolino Amore a Sindaco di Napoli porterà una trasformazione epocale: la scomparsa della camorra. Enrico Caria, regista e sceneggiatore del film (ITA,12), è un personaggio atipico nel panorama del cinema italiano. Fortemente radicato nella realtà immaginativa della città di Napoli, non tenta il mainstream professionale della tv: punta su operazioni come queste, originali e ricche di idee. Qui tenta la forma del “Mockumentary”: un vero e proprio stile espressivo a metà tra l’inchiesta televisiva e la fiction; in realtà una presa in giro dell’assertività del documentario e di quella finzione para-sociologica che si attarda in forme descrittive esteriori. Fabrizio Crispo, il “Sindaco”, ha antecedenti letterari e teatrali, cui si rifà: forse qui ha come modello DeMagistris; ma è davvero uno spaesato che cerca con onestà intellettuale una strada su cui immettere delle risposte concrete al malessere della città. Il suo caracollarsi tra difficoltà materiali e personali, ingenuità, ignoranza è un percorso attendibile, per quanto molto ingenuo. Ma tale non è, anzi è una proposta serissima, quella di rendere le droghe legali, al fine di abbattere il potere delle Mafie, che trae dallo spaccio delle droghe circa l’80% di quei 150mlrd di euro che sono il suo fatturato. Il film è vivace e simpatico nel suo librarsi con intelligenza e spregiudicatezza, all’interno delle situazioni, tra le due tipologie prese a modello. Ma sono presenti anche qualche fragilità formale e alcune genericità nella contrapposizione fin troppo caricata di personaggi e comportamenti.

Ciccio Capozzi

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