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Ricerca. Come distingue il nostro cervello forme e oggetti? Ecco gli studi del SISS

Cosa ci permette di distinguere le forme e gli oggetti? Quali sono i processi psichici che permettono queste “normali” attività quotidiane? La risposta a queste domande sembrerebbe arrivare da studi presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISS) di Trieste. A dirigere gli studi è un italiano, il dottor Davide Zoccolan, Research Scientist dell’istituto.
Secondo il ricercatore torinese “noi siamo in grado di classificare e identificare gli oggetti, indipendentemente dagli infiniti modi in cui possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per la posizione, l’orientamento, la dimensione, il contesto e le condizioni di illuminazione e riusciamo a farlo in poche centinaia di millisecondi”.
Per Zoccolan, il nostro cervello funziona come un microprocessore ad alta velocità: “Nessun calcolatore, per quanto potente, è in grado di eguagliare accuratezza, affidabilità e velocità del riconoscimento visivo umano”.
Quindi, questa capacità cognitiva è funzionale alla nostra sopravvivenza. Sapersi districare nel traffico, ricercare cibo, affrontare le normali interazioni quotidiane, sono tutte dinamiche influenzate da questi particolari meccanismi cerebrali. “La comprensione dei meccanismi neuronali – secondo Zoccolan – che consentono al cervello di interpretare la straordinaria ricchezza di informazioni visive rappresenta non solo una delle maggiori sfide delle neuroscienze sistemiche e computazionali, ma anche un passo fondamentale verso lo sviluppo di sistemi di visione artificiale”.
Il ricercatore torinese, insieme al suo team composto da James DiCarlo (MIT, Boston) e Nicole Rust (University of Pennsylvania), ha scoperto recentemente che anche i ratti riescono a riconoscere gli oggetti, in quanto il loro sistema visivo è in grado di identificare un oggetto nonostante appaia di volta in volta in diverse posizioni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Neuroscience.

Roberto Malfatti

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