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Maxiprocesso al racket. La prima del rito ordinario

altUn caso che non ha eguali in Italia. Così è stato definito e così si presenta il maxiprocesso al racket in atto al Tribunale di Napoli. Un processo ai clan camorristici della città di Ercolano. Birra da una parte e Ascione dall’altra. Con il contorno di tante altre famiglie a loro attorniate. Parenti degli imputati che erano presenti anche al primo atto del rito ordinario tenutosi stamane. La seconda parte del processo che vede alla sbarra ventidue dei quarantuno imputati. Camorristi che saranno divisi in varie fasi come chiesto dal giudice per la loro mole quantistica. Prossimi appuntamenti il 9, il 21 e 30 marzo. Una data quella di oggi che entrerà nella storia dell’antimafia. Così come le persone presenti. Le parti civili. Ben venticinque tra associazioni, esercenti, enti amministrativi. Si sono costituiti anche il Ministero degli interni e quello dello Sviluppo economico. Presente in aula a testimoniare la vicinanza dello Stato centrale il sottosegretario Alfredo Mantovano. “Chi denuncia non è lasciato solo – ha dichiarato Mantovano – né dalle associazioni, né dalle istituzioni. Come in altre occasioni, il ministero dell’Interno ha ritenuto doveroso presentarsi come parte civile non solo perché è giusto provare a recuperare le somme erogate alle vittime da coloro che sono ritenuti responsabili, ma soprattutto per un valore simbolico. Questo a conferma che oggi la scelta di reagire rispetto alle richieste estorsive, la scelta di denunciarle, è una scelta di assoluto buon senso e trova immediata risposta repressiva e, se ci sono i presupposti, risarcitoria da parte dello Stato”.
Stato locale invece rappresentato dal sindaco Vincenzo Strazzullo. Mantiene la promessa di presenziare a seguito del caos creato attorno alla vicenda sulla costituzione o mancata costituzione dell’ente di corso Resina. “È doveroso – ha affermato il primo cittadino – essere vicino ai cittadini onesti della nostra città e soprattutto vicino ai commercianti che hanno denunciato il pizzo”. Nel frattempo il dirigente colpevole del fatto si è dimesso. Al suo posto seguirà il processo come avvocato del comune Romeo Del Giudice. Presenti in aula anche Tano Grasso e Nino Daniele, che su tutti sono stati vicini, assieme agli uomini dell’arma, agli associati di “Ercolano Libera”. Presente anche il prefetto Giancarlo Trevisone, commissario straordinario all’antiracket, che seguirà il processo per il Viminale.
Numerosi, compatti, coraggiosi e a testa alta i commercianti, accompagnati da Raffaella Ottaviano, che per prima ha denunciato il pizzo ed oggi presidente dell’antiracket “Ercolano Libera”. “Per noi è importantissimo essere uniti – hanno commentato alcuni commercianti – la presenza delle associazioni antiracket e delle istituzioni ci incoraggia a continuare sulla nostra strada!.

Ciro Oliviero e
Rachele Tarantino

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