Tra il 1992 e il 1993 si verifica in Italia la fase di massimo scontro tra lo Stato e la criminalità organizzata: è un braccio di ferro in cui il primo, pesantemente indebolito dallo scandalo di Tangentopoli, si trova a combattere contro il secondo, a sua volta indebolito dagli arresti dei capi Mafia siciliani.
Nel 1992 la Cassazione conferma le condanne all’ergastolo a Totò Riina e altri boss: la “Commissione provinciale”, di cui fanno parte Riina, Brusca e Cancemi, si riunisce fissando una serie di obiettivi da colpire con attentati da rivendicare sotto la sigla di “Falange Armata”.
Di lì a poco un gruppo di mafiosi, di cui fa parte Giuseppe Graviano, si sposta dalla Sicilia a Roma per compiere degli attentati, falliti, nei confronti del Ministro Martelli, del giornalista Maurizio Costanzo e del giudice Falcone.
Tornati in Sicilia alla vigilia delle elezioni politiche, la Falange Armata colpisce Salvo Lima, onorevole rivelatosi inaffidabile. Siamo a marzo 1992 e di lì a pochi mesi, la Mafia ucciderà i giudici Falcone e Borsellino con due attentati dinamitardi.
All’ indomani dell’arresto di Totò Riina, nel gennaio 1993, i capi Mafia organizzano una serie di attentati fuori dalla Sicilia.
Il 27 maggio 1993 viene fatta esplodere un’autobomba nei pressi della Galleria degli Uffizi: nel crollo della Torre dei Pulci muoiono 5 persone.
Due mesi dopo i mafiosi si spostano tra Roma e Milano, dove organizzano tre attentati con autobombe da far esplodere in sequenza: a Roma ci sono 22 feriti, a Milano 5 morti e il danneggiamento del Padiglione d’Arte Contemporanea.
I fratelli Graviano si affermano nel quartiere Brancaccio-Ciaculli all’indomani dell’arresto del boss Giuseppe Lucchese: è il 1990 e di lì a poco tornerà a Brancaccio, da parroco di San Gaetano, Don Pino Puglisi.
Lo scontro con i Graviano non si fa attendere: Don Pino sottrae alla Mafia i giovani di Brancaccio, impiegati in spaccio e piccole rapine; affronta i mafiosi con una serie di omelie sul sagrato della Chiesa nonostante le minacce di morte, che culminano nel suo assassinio il 15 settembre 1993, per cui i fratelli Graviano vengono condannati all’ergastolo in quanto mandanti di Salvatore Grigoli.
Filippo e Giuseppe Graviano vengono arrestati a Milano il 27 gennaio 1994: tra i vari capi d’accusa ci sono la partecipazione agli attentati dei giudici Falcone e Borsellino.
Annarita Amoroso