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Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi

Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi vengono uccisi il 12 settembre 2008 con 20 colpi di pistola.

Antonio era un autotrasportatore ed Ernesto lavorava da tempo come suo dipendente. I due vengono sorpresi proprio mentre sono in officina a riparare un furgone. Dieci anni prima Antonio si era ribellato al racket facendo arrestare un esponente del clan Guerra. Per quella denuncia lo stesso Giuseppe Guerra cercò di uccidere Antonio. L’imprenditore sfuggì miracolosamente alla condanna a morte, ma dieci anni più tardi l’azione stragista portata avanti da Setola rinnova la sentenza e questa volta con il coinvolgimento di Ernesto, scomodo testimone. In questo clima di terrore e attentati si inquadra anche l’eccidio di Castelvolturno. Riconosciuti come gli autori materiali del duplice omicidio, Setola e Letizia sono stati condannati nell’aprile 2013 all’ergastolo. 13 anni sono stati inflitti a Giuseppe Guerra,  individuato quale mandante della spedizione di morte. Nel marzo 2013 intanto è stato fermato il presunto “specchiettista”, colui che pedina la vittima e ne segnala la presenza nel luogo stabilito ai sicari, dell’intera operazione. Si tratta del 25enne Salvatore Santoro.

Le storie di Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi sono raccontate nel libro di R. Saviano, “La bellezza e l’inferno”, edito da Mondadori nel 2009. Le vicende di Antonio ed Enrico sono anche ricordate nel “Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia” pubblicato da Castelvecchi nel 2013.

 

FONTE: fondazionepolis.regione.campania.it

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