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Vittime innocenti: 31 ottobre

  • 1990 Francesco Vecchio
  • 1990 Alessandro Rovetta
  • 1993 Gennaro Falco
  • 1994 Girolamo Palazzolo
  • 1999 Antonio Musolino
  • 2006 Rodolfo Pacilio

1990
Francesco Vecchio
Direttore del personale di 52 anni
Ucciso a Catania

Francesco Vecchio fu il Direttore del Personale dell’Acciaieria Megara, la più grande industria siderurgica della Sicilia. Nell’agosto del 1990 egli prese la gestione dei rapporti dell’acciaieria con le maestranze e le aziende dell’indotto.

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A seguito di alcuni controlli, Vecchio decise di estendere ai dipendenti delle aziende esterne le modalità di controllo delle presenze al lavoro già in uso per i dipendenti dell’Acciaieria della Megara. Poco dopo iniziarono le minacce telefoniche e le intimidazioni in azienda. Nella sera del 31 ottobre 1990 venne ucciso mentre insieme ad Alessandro Rovetta, appena uscito dallo stabilimento, mentre si dirigeva in compagnia del collega verso Catania. Le indagini sul suo omicidio furono indirizzate sia sul versante del possibile interesse della mafia al finanziamento regionale e acquisizione del controllo dell’azienda, sia su quello del mutato approccio alla gestione dei rapporti con le ditte e le maestranze dell’indotto, ma ancora oggi non si conoscono gli esecutori né i mandanti.

1990
Alessandro Rovetta
Amministratore delegato di 33 anni
Ucciso a Catania

Alessandro Rovetta fu l’Amministratore Delegato dell’Acciaieria Megara, la più grande industria siderurgica della Sicilia con sede a Catania. Il 31 ottobre del 1990 fu ucciso con Francesco vecchio, Direttore del Personale della medesima acciaieria con colpi di pistola e mitraglietta mentre, usciti dallo stabilimento, si dirigevano verso il centro di Catania. Le indagini sugli omicidi furono indirizzate sia sul versante del possibile interesse della mafia al finanziamento regionale e acquisizione del controllo dell’azienda, sia su quello del mutato approccio alla gestione dei rapporti con le ditte e le maestranze dell’indotto, ma ancora oggi non si conoscono gli esecutore né i mandanti.


1993
Gennaro Falco
Dottore di 69 anni
Ucciso a Parete (CE)

Il giorno del suo omicidio il Dott. Gennaro Falco si trovava nel suo ambulatorio a Parete, in Provincia di Caserta. Venne ucciso con un colpo d’arma da fuoco da Raffaele Bidognetti, figlio del capoclan Francesco, che accusava il medico di non aver prestato sufficienti cure alla moglie, malata terminale nel 1986.


1994
Girolamo Palazzolo
Ucciso a
San Giuseppe Jato (PA)

Girolamo Palazzolo pagò con la vita la sua fedeltà al grande accusatore del senatore Giulio Andreotti. Avvicinato con una scusa fu prima strangolato e poi sciolto nell’acido. Racconta un collaboratore di giustizia che notò in campagna un fusto in lamiera dal quale fuoriuscivano le gambe di un cadavere. Il pentito continua nel suo macabro racconto: siccome le gambe si vedevano, gli fu ordinato di troncarle.


1999
Antonio Musolino

Imprenditore di 54 anni
Ucciso a Benestare (RC)

Antonio Musolino si era ribellato alla ‘ndrangheta e fu ucciso. Non era un eroe e non viveva in un paese di eroi. Era solo un piccolo imprenditore che non voleva piegarsi alla mafia. Anni prima aveva denunciato un tentativo di estorsione ma gli uomini del pizzo erano rimasti senza volto.


2006
Rodolfo Pacilio

Imprenditore di 39 anni
Ucciso a Sant’Antimo (NA)

Rodolfo Pacilio, noto come Giancarlo, era un imprenditore noto nel settore dei giocattoli, venne ucciso con una decina di colpi da due uomini in sella ad uno scooter.

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Gli inquirenti vedono nella morte di Rodolfo Pacilio la conseguenza di un rifiuto a pagare tangenti o una vendetta del clan denunciato tempo prima. Infatti suo padre aveva denunciato negli anni ’90 un esponente del clan della zona che gli aveva imposto una tangente di 40.000.000 di lire per la costruzione di un importante edificio. Per quella denuncia il boss fu condannato ad 11 anni di reclusione. Nel 2003 un fratello di Rodolfo, Domenico, di 45 anni, aveva subito la stessa sorte. L’uomo, che gestiva un circolo di intrattenimento, era stato ucciso in un agguato di camorra per una questione legata al racket.