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Vittime innocenti: 2 ottobre

  • 1978 Augusto Rancilio
  • 1987 Domenico Zappia
  • 1989 Giovanbattista Tedesco
  • 2003 Gaetano Marchitelli
  • 2008 Lorenzo Riccio
  • 2008 Adolfo Parmaliana

1978
Augusto Rancilio
Architetto di 26 anni
Ucciso a Cesano Boscone (MI)

Augusto Rancilio lavorava in diversi cantieri sia in Francia che in Italia, a Milano. Il 2 ottobre 1978 venne aggredito e sequestrato mentre stava entrando in un cantiere edile a Cesano Boscone, nell’hinterland milanese. Il padre, ancor prima di ricevere alcuna richiesta di riscatto, rese noto di non poter pagare perché si trovava in una situazione di debito con le banche che amministravano i suoi averi. Il sequestro durò pochi giorni perché Augusto venne ucciso mentre tentava di sfuggire ai suoi carcerieri. Nonostante i ripetuti appelli del padre, il suo corpo non è mai stato ritrovato.


1987
Domenico Zappia
Di 18 anni
Ucciso a Staiti (RC)

Era il 2 ottobre e quel giorno c’era lo sciopero dei treni. Domenico Zappia, che abitava con la sua famiglia a Staiti e frequentava l’Istituto tecnico commerciale per geometri a Bova Marina, all’uscita di scuola decise di raggiungere la statale 106 per chiedere un passaggio a qualche compaesano che tornava verso casa.

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E qualcuno, infatti, lo vide sulla strada e si fermò per farlo salire in macchina. Mimmo non poteva neanche lontanamente immaginarlo ma nello stesso istante in cui accettò quel passaggio, diventò il bersaglio inconsapevole di un agguato di ‘ndrangheta. Ad attendere Antonio Stelitano, infatti, l’uomo che si era offerto di portarlo a Staiti, c’erano due killer armati di lupara che appena videro spuntare la sua auto, cominciarono a sparare all’impazzata. L’uomo morì sul colpo mentre Mimmo, ferito gravemente, si spegnerà dopo cinque giorni di agonia in ospedale a Reggio Calabria.

1989
Giovanbattista Tedesco
Ex carabiniere di 39 anni
Ucciso a Taranto

La notte fra il 2 e il 3 ottobre, Giovanbattista Tedesco, capoturno della vigilanza dell’ex Italsider di Taranto, venne ucciso sotto casa, nel quartiere Paolo VI dove viveva e lavorava. Secondo la relazione della Commissione Antimafia, Giovanbattista Tedesco venne eliminato perché contrastava, con rigore e decisione, le imposizioni della Sacra Corona Unita che tentava di imporsi alle acciaierie di Taranto.


2003
Gaetano Marchitelli

Di 15 anni
Ucciso a
Bari

Gaetano Marchitelli andava a scuola e la sera lavorava come garzone in una pizzeria del suo quartiere, Carbonara, per guadagnare una piccola paga che gli consentiva di non gravare troppo sulla sua famiglia. Quella sera, davanti a quella pizzeria, Gaetano si trovò nel mezzo di una sparatoria tra gruppi malavitosi rivali e rimase ucciso.


2008
Lorenzo Riccio

Di 37 anni
Ucciso a Giugliano (NA)

Lorenzo Riccio fu assassinato la mattina del 2 ottobre sotto una pioggia di proiettili che i killer aprirono negli uffici delle onoranze funebri in cui Riccio era ragioniere. Il movente dell’omicidio fu subito chiaro: si trattò di una vendetta poiché il titolare dell’impresa, 15 anni prima, aveva “osato” testimoniare contro il boss Francesco Bidognetti e il suo affiliato, Pasquale Vargas.


2008
Adolfo Parmaliana

Di 50 anni
Morto a Patti (ME)

Adolfo Parmaliana, dopo essere stato rinviato a giudizio per diffamazione, si è tolto la vita il 2 ottobre 2008 gettandosi da un cavalcavia sulla Messina-Palermo, lasciando una lettera in cui denuncia le gravi responsabilità di politici e magistrati nel rallentare le indagini sulla mafia.

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Lottò coraggiosamente per la legalità e la trasparenza a Terme Vigliatore e nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto. Il 2 ottobre 2008 ha imboccato l’autostrada Messina-Palermo, in direzione del capoluogo, per fermarsi, con la sua BMW, sul viadotto di Patti Marina dal quale si è lanciato nel vuoto finendo in un canale poco distante dalla stazione ferroviaria. Nel gennaio 2013 il Procuratore generale di Messina, Francesco Antonio Cassata, è stato condannato per diffamazione dal giudice di pace di Reggio Calabria per aver diffuso, nel settembre 2009, un dossier anonimo contro Parmaliana.