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Valerio Bruner: “Con Vicarìa canto la Napoli degli ultimi”

“Vicarìa” è il titolo del nuovo album di Valerio Bruner pubblicato per etichetta Santa Marea Sonora Records. London Calling, diventa il grido di ricerca di umanità e solidarietà, in “Napoli Chiamma”, ma anche the House of Rising Sun si trasforma in “Maronna Nera”.

E’ uno sguardo rivolto verso il basso, scavando tra le anime perse, abbandonate della città partenopea, che Valerio Bruner scrive il suo racconto musicale Vicarìa. Un lavoro  che appare talvolta come, una dedizione,  una missione, di narrare il buio, affinché si conosca la luce. E’ poliedrico, meticcio, un canto che incarna per la sua internazionalità anche al rock e al blues, con uno sguardo anche leggero nelle collaborazioni con Marilena Vitale in “Ya no me voy” e Brunella Selo in “Tutto  e niente”.

Nel suo  nuovo progetto, che lo guida ad una nuova esperienza, dopo album in inglese come “Down the River”, si traina con se anche  la maestosa e imponente anima rock, pura, essenziale, mescolata ad un espressione e vocazione mediterranea, tesa sempre verso le anime salve (citando De Andrè).

Bruner appare talvolta, come un figlio “in black” di Jonny Cash, rimbalzando tra la disperazione “clashiana” di una richiesta di aiuto e il canto di preghiera “Priviamo a Dio”, dei nati come dice lui stesso “rint a terra e nisciun”. Nei versi, nelle rime, nel decantare , un mondo ultimato, derelitto, sommerso, è talvolta ricco di carisma, quest’ultimo stesso, intenso di esperienza, nel dar voce ad un universo “scuro”, ma profondo, ricco di immagini suggestive e di sentimenti che raccontano un’altra Napoli, diversa dallo stereotipo da cartolina.

Sergio Cimmino

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