22 novembre 2010 Terracina (Roma)
Emiliana Femiano, 25 anni, napoletana, ha pagato con la vita il gesto azzardato di aver incontrato di nuovo il suo ex convivente, che un anno prima, a Napoli, l’aveva accoltellata. È stata ritrovata in una pozza di sangue, con il volto sfigurato dai colpi e il corpo martoriato da decine di fendenti, inferti con violenza inaudita. L’assassino è Luigi Faccetti, 24 anni, napoletano anche lui, condannato in primo grado, con rito abbreviato, ad otto anni di reclusione per il tentato omicidio della ragazza. I giudici poi gli avevano concesso gli arresti domiciliari sia perchè si era spontaneamente costituito, sia perchè incensurato. Avrebbero dovuto solo chiarirsi, per l’ennesima volta, ma l’incontro si è tramutato in tragedia. Dopo averla colpita decine di volte con un coltello da cucina, lasciandola senza vita nell’appartamento. L’uomo poi è fuggito in auto verso casa, a Napoli, fermandosi però al pronto soccorso di Villaricca, per farsi medicare una ferita alla mano. Secondo la ricostruzione del fatto, i medici, insospettiti dalla ferita e dagli abiti macchiati di sangue, hanno lanciato l’allarme ai carabinieri di Giugliano, che dopo alcune ricerche sono riusciti a rintracciare il 24enne e a condurlo nella caserma di Villaricca. Qui Faccetti è stato interrogato per tutta la notte, fino alla confessione finale. A quel punto sono stati allertati i carabinieri della compagnia di Terracina, che facendo irruzione all’interno dell’appartamento ha scoperto il corpo della giovane Emiliana riverso a terra in un lago di sangue. Successivamente, sono stati arrestati anche, in flagranza di reato, due cugini del Faccetti, Giuseppe e Marco Prisco. Secondo la ricostruzione dei fatti, i due avevano prima accompagnato la ragazza a Terracina e, poi, lo stesso omicida presso l’ospedale di Giugliano. Accusati di favoreggiamento sono poi stati scarcerati ottenendo gli arresti domiciliari. Nel novembre del 2012 è stato condannato a quattro anni di reclusione per favoreggiamento, procurata evasione e omissione di soccorso, Giuseppe Prisco, uno dei due giovani che condusse Emiliana Femiano a Terracina. Prisco è stato anche interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e dovrà versare una provvisionale ai familiari di Emiliana, che si sono costituiti parte civile e che erano presenti in aula durante la lettura della sentenza.