Il 18 aprile del 1991 le mafie uccidono tre volte in tre luoghi diversi del Paese. Il primo omicidio accade a Villa Literno, città in provincia di Caserta, nota alle cronache anche per la massiccia presenza, negli anni, di immigrati africani. Due le vittime. Si tratta di Michele Richiello, suo figlio Salvatore di 12 anni e il genero Pellegrino De Micco, che non erano le vittime predestinate.
Lo stesso giorno a Vibo Marina, frazione di Vibo Valentia, in Calabria, viene rapito Giancarlo Conocchiella, medico dentista di 34 anni.
Contemporaneamente la camorra colpisce anche a Napoli. Ad essere ucciso è Luigi Vigorito, un ex carabinieri 36enne, e al momento dei fatti guardia giurata. Aveva tentato di fermare dei rapinatori che volevano svaligiare la banca a cui era stato assegnato.
Redazione
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