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Trivelle: Il referendum si farà il 17 aprile. No Triv: il Governo butta 360 milioni di Euro

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Il Consiglio dei ministri ieri sera ha fissato la data per il referendum sullo stop alle trivellazioni : la consultazione si terrà il 17 aprile.
Il Cdm ha infatti approvato il decreto per l’indizione del referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale.
Tuttavia non ha considerato la richiesta avanzata dalle Associazioni e dai Comitati ambientalisti, dalle Regioni e dai Parlamentari di accorpare il referendum alle elezioni amministrative.
” Il governo Renzi ancora una volta fa il contrario di quello che dice” – afferma Enrico Gagliano esperto di politiche energetiche del Coordinamento Nazionale No Triv – “nello stesso Consiglio dei Ministri il Governo rinvia il provvedimento per erogare gli indennizzi ai risparmiatori truffati da Banca Etruria pari a 200 milioni, e brucia 360 milioni di euro per impedire l’Election Day “.
Fanno sapere dal Coordinamento Nazionale No Triv che richiederanno l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella nello specifico le loro richieste sono:
– che l’Election Day è assolutamente necessario al fine di risparmiare 360 milioni di euro;
– che dinanzi alla Corte costituzionale pendono ancora due conflitti di attribuzione e che, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, il referendum potrebbe svolgersi su tre quesiti e non solo su uno; diversamente vorrebbe dire che nel 2016 gli italiani saranno chiamati alle urne ben quattro volte: per i due referendum abrogativi (1+2), per le elezioni amministrative e per il referendum costituzionale;
– che la decisione del Governo costituisce uno schiaffo alla democrazia, in quanto, stabilendo che si vada al voto in tempi così ravvicinati, non consente che gli elettori siano adeguatamente informati sul referendum;
– che -al di là del voto che gli italiani potrebbero esprimere sul quesito referendario- la decisione assunta ieri contiene in sé un chiaro obiettivo: il boicottaggio del referendum, e cioè il non raggiungimento del quorum.

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