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Palermo, 17 arresti tra gli Zen

Gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno emesso nel pomeriggio di ieri diciassette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, per vari reati, legate a doppio filo al clan dello Zen, dell’omonimo quartiere palermitano.

Nel corso dell’operazione Fiume è stato arrestato Guido Spina, quale capo del clan mafioso e cassiere dello stesso. Nel corso della stessa operazione sono stati arrestati inoltre con le accuse di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione Nicolò Cusimano, Antonino Di Maio, Alba Li Calsi, Antonino Spina, Angela Spina, Maria Valenti, Francesco Firenze, Vito Compierchio, Massimiliano Fanara, Maurizio Di Stefano, Paolo Meli. Oltre a questi notifiche di custodia cautelare sono giunte anche in carcere a Vincenzo Cosenza, Pietro Vitale, Salvatore Vitale, Letterio Maranzano, Giuseppe Leto.

Un plauso all’operato della Dia di Palermo è arrivato, tra gli altri, da Sonia Alfano, la quale ha dichiarato che “l’operazione di Procura e Dia di Palermo che ha portato all’arresto di esponenti della cosca dello Zen ha messo in luce uno spaccato criminale mafioso che dimostra come la repressione dei reati di mafia, estorsione e spaccio di droga, vada condotta senza sosta, e come le strutture investigative vadano potenziate per colpire in modo sempre più efficiente i clan”.

Il reggente Guido Spina era già sotto custodia cautelare, ma per motivi di salute vari era agli arresti domiciliari, ma per niente in cattive condizione di soggiorno. Difatti, nel corso del blitz, gli agenti lo hanno trovato nella sua villa, dalla quale gestiva via telefonica il traffico di cocaina, principalmente con Puglia e Calabria.

Non solo droga. Il clan dello Zen gestiva anche il giro del racket nel quartiere. La filosofia di Spina era molto chiara e semplice e, sotto questo aspetto, rassomigliante alla gestione della richiesta di pizzo da parte dei clan ercolanesi. Ovvero la richiesta di pagamento anche ai piccoli esercenti ed ambulanti. Anche quelli che versavano in gravi condizioni economica erano tenuti a pagare, anche se pochi spiccioli. Un altro parallelo con alcuni clan napoletani del capoclan dello Zen lo si può fare con la musica. Così come succede in molte cerimonie dei camorristi e dei loro parenti anche Spina ama la musica neomelodica e voleva ascoltarla dal vivo, tanto che per un’occasione di festa invitò il suo cantante preferito, il neomelodico Gianni Vezzosi.

Ciro Oliviero

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