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Un disabile sotto sfratto

Vi presentiamo la storia di Alessandro, un uomo di 52 anni, disabile, che durante la sua vita è stato anche vittima di diversi incidenti. Da anni ormai vive la sua condizione di disabile psicofisico che non gli permette di essere totalmente autonomo, ma lo costringe ad aver bisogno di assistenza socio-sanitaria. Questi vive ad Ercolano, nel Vico Cianci, collegato direttamente al Corso Resina, arteria principale della città degli Scavi, dove si affaccia l’imponenza delle ville del Miglio d’oro, a due passi dal Centro di salute Mentale, e Centro Diurno di Riabilitazione UOCSM di Ercolano, dove si reca per potersi curare, e dove ha trovato anche uno spazio ricreativo stimolante. L’ultimo bollettino del proprio medico curante descrive con chiarezza la situazione di salute di Alessandro “Deambulazione con zoppia e con deficit moderato-grave articolare del ginocchio sinistro e dell’articolazione coxo-femorale sinistra, bronchite cronica asmatiforme. Disturbi del comportamento ed incontinenza urinaria recidivante. Sindrome vertiginosa ricorrente con frequenti episodi di lipotimia, progresso politrauma”. Tante difficoltà e problematiche, che tracciano il profilo di una persona sfortunata e disagiata. La situazione di Alessandro si fa ancor più delicata, in quanto, rischia di perdere una delle poche certezze che possiede, per una sentenza di sfratto esecutivo emessa dal Tribunale di Napoli, che lo costringe ad abbandonare l’immobile dove ora risiede, e a pagare un’ammenda al Comune di circa ventimila euro, in quanto occupante di un locale appartenente al Comune di Ercolano, senza alcuna certificazione che attesti la regolarità dell’utilizzo dell’immobile, e quindi in una condizione di abusivismo. Il complesso residenziale in questione è consuetudinariamente denominato ‘Gemma dell’aquila’, sito come già specificato nel Vico Cianci ad Ercolano, dove il padre di Alessandro ha svolto in passato la figura del custode. Una situazione ovviamente molto delicata e complessa, che però come si evince dalla sentenza del Tribunale di Napoli, dal punto di vista giuridico, ha già trovato risposta. La speranza, è che contestualmente vengano rispettati i diritti fondamentali di una persona diversamente abile.

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