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Mr. Holmes – il mistero del caso irrisolto

1947: Sherlock Holmes, 92enne, un po’ sullo smemorato, deve ricostruire la verità sull’ultimo caso, per cui ha lasciato l’investigazione. Il film (USA-UK, 15) parte da un romanzo pubblicato anche in Italia: il personaggio di Holmes è diventato il centro di una mitologia moderna. E solo un attore inglese di grande duttilità teatrale, come IanMcKellen, poteva interpretarlo: 70enne, è stato “invecchiato”, solo suggerendo un tipo di postura; e in flash back è lui che interpreta se stesso. Holmes ha ritenuto di potere “interpretare” il mondo, darvi un senso e controllarlo, con la sua acuta intelligenza deduttiva. Ma è costantemente in preda ad angosce e a crisi depressive. E proprio quest’ultimo caso lo aveva sconvolto. Il film ricostruisce questo scenario, a partire dagli ultimi anni della sua esistenza. Il regista, Bill Condon, che ha già lavorato con McKellen, qui, grazie alla bella sceneggiatura di Jeffrey Hatcher, ci dispiega questo approfondimento, mutuato dal romanzo di partenza, con sagacia narrativa e cinematografica. Ad esempio le api, di cui è diventato un cultore, servono a interfacciarsi col giovanissimo e intelligente figlio della governante; ed a instaurare un rapporto, seriamente affettivo col ragazzo; e anche con la madre, la governante, “stupida”: ma provvista di umanità. Costei è la colta attrice, bravissima, Laura Linney. Molto interessante è il contrasto visivo tra la casetta in mezzo al nulla, dove Holmes si è autorelegato, e i panorami dell’intorno; e anche gli scorci urbani della Londra fin-siècle. La scansione fotografica, curata da Tobias A. Schliesser, mantiene un elegante e accattivante amalgama fluido, armonioso.

Francesco Capozzi

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