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La grammatica della cultura Hip Hop

“Se non hai qualcosa per cui vivere, trova qualcosa per cui morire” (Tupac Shaku)

“Quanto è importante lavorare con la musica nel territorio salernitano?”
“Molto, credo sia una grande opportunità per i giovani non solo in termini retributivi, ma anche per stimolare la loro creatività e indirizzarli verso i giusti valori quali l’amore, l’amicizia, la fratellanza e la solidarietà” (dall’intervista resa da Dj Marcellino ad Andrea Pierri per Zerottonove)

Rap Present
La grammatica della cultura Hip Hop e la declinazione campana

Alternative rap, Comedy rap, Conscious rap, Christian rap, Gangsta rap, G-funk, Hardcore rap, Horrorcore, Instrumental hip hop, Jazz rap, Nerdcore rap, Underground rap, Old school, Pop rap, Country rap, Elettrorap, Hip house, Hip life, Rap rock, Rap metal, Rapcore, Raggamuffin rap, Rahhamuffin rap sono i sottogeneri del Rap che a sua volta, come è noto, è un movimento culturale le cui origini si rinvengono nella nell’amplissimo movimento culturale noto come Hip – Hop. 

Sul piano strettamente musicale, il dato tipico delle varie forme segnalate è nella serie di versi molto ritmati ma è il testo, in fondo, che delinea un momento di rottura rispetto ad altre ‘forma canzone’. Le infinite potenzialità offerte dalla lingua Italiana in questi generi – sottogeneri, si arricchiscono in maniera geometrica alla luce dei vari dialetti, minoranze linguistiche comprese, ma anche dall’altra Lingua che è il Napoletano, essendo ormai tale quale bene tutelato dall’Unesco. Attraverso l’applicazione creativa delle allitterazioni, delle assonanze, delle rime baciate, di numerosi gruppi e artisti individualmente affermatisi, si è potuto giungere alla clamorosa affermazione di Rocco Hunt a Sanremo. In sintesi, ma solo sul piano strettamente musicale e artistico, non è accaduto nulla di diverso da quanto era già successo negli States dove, da fenomeno musicale minoritario degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso a New York, c’è stata la deflagrazione degli anni ’90 in tutti gli Stati. Dagli Stati Uniti la valanga di note e parole è dilagata, via, via, nel mondo intero. Da questa semplificazione temporale, come è intuibile, non possono emergere alcuni passaggi centrali che caratterizzano l’esperienza del genere negli States – a esempio la fase nota come Golden age, caratterizzata dall’abbandono dei beat e quindi dei campionamenti di musica funk e e disco, per giungere all’uso di incessanti riff di chitarra – e neppure i conflitti quotidiani tra bande di rapper. Si pensi ai ben noti conflitti degli anni ’90 tra le due correnti primeggianti di gangsta: West Coast ed East Coast. Due nomi, rispettivamente scomparsi nel 1996 e 1997: Tupac Shakur (al secolo Lesane Parish Crooks ma noto anche come Tupac, 2Pac, Pac, MC New York, The Don Killuminati e Makaveli) e The Notorius B.i.g. (ovvero Christopher George Latore Wallace III, noto anche come Notorious B.i.g., B.i.g., Big Poppa, Biggie, Biggie Smalls, Frank White). Se il primo è stato uno dei punti centrali per la Black America grazie ai suoi testi ritenuti poetici su beat incalzanti e graffianti e, soprattutto, per il desiderio di cambiamento della società troppo occupata a ostacolare le istanze dei poveri, al secondo è riconosciuto il merito di aver ribaltato la notorietà della West Coast facendo emergere la declinazione artistica di New York, attraverso i suoi testi autobiografici. Il nesso clamoroso tra i due: nel giugno del 1996 Tupac Shakur rende noto, attraverso Hit ‘Em Up, una diss song (o diss track, ovvero i brani che hanno il principale scopo di offendere, prendere in giro, criticare una persona o un gruppo di persone), che sta avendo rapporti sessuali con la moglie di Notorios B.i.g. Come non bastasse, lo accusa dichiarando che ne copia stile e, finanche, l’immagine. B.i.g. Cerca di defilarsi dalla polemica ma parla della gravidanza della moglie nel brano Brooklyn’s Finest.

Sul piano fisico – corporeo, invece, e ciò sia negli States che in Italia, salta agli occhi innanzitutto l’intervento di chi si esprime scandendo versi. È il rapper. Quel che fa, in estrema sintesi, è intervenire su una sequenza di note, ‘beat’, che viene creata con l’uso del beatmaking. Questa ultima azione creativa è realizzata da un Dj che si avvale dell’intervento di un produttore dei suoni ma può avvalersi anche di vari strumentisti. Emerge in particolar modo la cultura musicale, il gusto del Dj, poiché spesso il nuovo suono nasce da canzoni già note. Se di solito si pesca nei generi funk e soul, ben si può pescare in altri generi musicali attraverso il campionamento percussionistico. Le tematiche consentono di delineare l’appartenenza a questo o quel sottogenere tra i tanti. 

Tra le tante esperienze campane emerse anche recentemente, pure a seguito del successo di Rocco Hunt e ancora alla ricerca di una visibilità adeguata alla qualità sia dei testi che del profilo musicale, difficoltosa ma non impossibile pur senza passaggi televisivi e radiofonici, si segnala la più radicata esperienza dei salernitani TerZa Classe, gruppo che si è disimpegnato anche con il Dj Marcellino, la cui storia ebbe inizio al mitico Picchio Rosso, nel brano Rap Present e in altri rinvenibili nel web. In tutti i brani è dato cogliere la presenza dei quattro elementi della cultura hip hop: c’è il writing, ovvero ci sono i graffiti, c’è la breakdance, non mancano, ovviamente, il Rapping o MCing e il DJing.

Per approfondimenti e novità sul Rap in genere, interviste e brani free download compresi, si consiglia La casa del Rap.

Alessia Orlando e
Michela Orlando

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