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Lucio Battisti: Il mio canto libero

5 marzo 1943 Poggio Bustone –  9 settembre 1998 Milano

Lucio Battisti è stato un cantautore, polistrumentista, produttore discografico e compositore italiano. Tra i più grandi, influenti e innovativi cantanti italiani di sempre, è considerato una delle massime personalità nella storia della musica leggera italiana sia come compositore ed interprete della propria musica, sia come compositore per altri artisti. In tutta la sua carriera ha venduto oltre 25 milioni di dischi. La sua produzione ha impresso una svolta decisiva al pop/rock italiano: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica. Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente rinnovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana; ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella. Nel 1947 la sua famiglia si trasferì nella frazione Vasche del comune di Castel Sant’Angelo, sempre in provincia di Rieti, e nel 1950 a Roma in Piazzale Prenestino 35. A seguito della promozione in terza media, o forse della licenza media, Lucio chiese ai suoi genitori di avere una chitarra. L’interesse per lo strumento fu dovuto anche all’influenza di due ragazzi che abitavano nel suo condominio, da cui aveva sentito suonare i primi brani stranieri di rock and roll arrivati in Italia. Secondo i vari racconti delle primissime esperienze musicali di Battisti (spesso poco attendibili e misti a leggende), ad insegnargli a suonare la chitarra fu l’elettricista di Poggio Bustone, Silvio Di Carlo; quello che è sicuro, in ogni caso, è che l’approccio principale fu quello di autodidatta. L’interesse per la chitarra, dopo il periodo iniziale, andò via via calando, ma ci fu un notevole ritorno di fiamma nel 1961. Questa passione lo portò a trascurare gli studi (che sosteneva presso l’Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei), suscitando la rabbia del padre Alfiero che, secondo la leggenda, arrivò a sfasciargli la chitarra in testa. Indipendentemente dalla veridicità della leggenda, Alfiero minacciò Lucio di non firmare la sua esenzione dalla leva militare (a cui aveva diritto in quanto figlio di un invalido di guerra) se non si fosse diplomato; alla fine, Lucio promise di impegnarsi a prendere il diploma, alla condizione che lui firmasse l’esenzione e gli concedesse i due anni, che avrebbe dovuto impiegare nel servizio militare, per provare a guadagnarsi da vivere con la musica. Il patto fu accettato, e nel luglio del 1962 Battisti, come da promessa, si diplomò perito elettrotecnico.

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