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Troppo veloce per vivere, Sid Vicious

Suonava il basso e pure male, ma lo suonava nei Sex Pistols, la punk band inglese per eccellenza, il gruppo che seminò il panico nel mondo della musica rock britannica e non solo, e investì la cultura di fine anni ’70 come un ciclone autodistruttivo. Per molti resterà l’icona assoluta, per altri la vera personificazione della truffa del rock and roll. Molto probabilmente l’unico inconsapevole eroe del pop.

Il 2 febbraio 1979, a New York, John Simon Ritchie, meglio conosciuto come Sid Vicious, veniva trovato morto per un’overdose da eroina (pare fornitagli da sua madre). Il primo periodo punk si chiudeva qui.

Nasce il 10 maggio 1957 in Inghilterra e passa la sua infanzia a Londra. Abbandona la scuola e viene reclutato da Malcolm McLaren nei Sex Pistols. La band raggiunge il suo massimo “splendore” artistico con “Anarchy in the U.K.” e raggiunge le vette delle classifiche nel 1977 con la canzone “God save the queen”. Quest’ultima in particolare arriverà ad ottenere il primato di prima canzone ‘numero uno’ in classifica ad essere censurata: “Dio salvi la regina, che il regime fascista ha reso cretina”, recita il testo.

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