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Tramandando la storia, Francesco de Sanctis

Francesco Saverio de Sanctis nasce a Morra Irpina, nell’avellinese, il 28 marzo del 1817. Sin da ragazzo manifesta un grande interesse per le lettere. Formatosi alla scuola dell'”ultimo dei puristi” Basilio Puoti, con il suo aiuto dal 1839 insegna nella scuola militare di San Giovanni a Carbonara, incarico che lascerà nel 1841 per andare ad insegnare nel collegio militare della Nunziatella di Napoli (fino al 1848). Nel 1839, intanto, istituisce una scuola privata ed il Puoti gli affida i propri studenti per la formazione propedeutica ai corsi superiori: nasce così, a Napoli, la gloriosa “scuola del vico Bisi”.

In questi anni approfondisce le grandi letterature illuministiche europee che lo scuotono dal torpore di un purismo – quello di Cesari e Puoti – che cristallizza la lingua italiana vincolandola alle sue forme trecentesche. Entusiasmato in particolare dall'”Estetica” di Hegel, prende dunque le distanze dalle posizioni del suo maestro ed abbraccia l’idealismo hegeliano.

Nel 1848 de Sanctis prende parte attiva ai moti napoletani; dopo due anni di latitanza viene arrestato dai borboni. Nei tre anni circa di carcere scrive il “Torquato Tasso” e “La prigione”. Nel 1853 viene scarcerato ed imbarcato per l’America. A Malta però riesce a lasciare la nave ed a partire alla volta di Torino dove riprende l’insegnamento; nel 1856 si trasferisce a Zurigo per accettare una cattedra che il Politecnico gli ha offerto in omaggio alla sua popolarità ed autorevolezza intellettuale.

Dopo l’unità fa ritorno a Napoli, viene eletto deputato e chiamato da Cavour a ricoprire il ruolo di ministro della Pubblica Istruzione. In dissenso con le linee governative passa poi all’opposizione e va a dirigere il quotidiano della giovane sinistra “L’Italia”, da lui fondato insieme a Luigi Settembrini.

Nel 1866 Francesco de Sanctis pubblica il volume dei “Saggi critici”. Dal 1868 al 1870 si dedica alla raccolta e riordino delle lezioni tenute a Zurigo, che sfoceranno nel suo capolavoro letterario-storiografico “Storia della letteratura italiana”, oltre che nel “Saggio critico sul Petrarca” (1869).

Nel 1871 ottiene la cattedra all’Università di Napoli. L’anno successivo pubblica “Nuovi saggi critici”, una sorta di ideale prosecuzione della già citata “Storia della letteratura italiana”. Nel 1876 dà vita al Circolo Filologico. Con il governo Cairoli torna a dirigere la Pubblica Istruzione dal 1878 al 1871, prodigandosi nella battaglia contro l’analfabetismo ed a favore della capillarizzazione della scuola pubblica.

Abbandona l’incarico per problemi di salute e trascorre gli ultimi anni continuando la sua produzione letteraria.

Francesco de Sanctis muore a Napoli il 29 dicembre 1883, all’età di 66 anni.

Critico letterario insigne, Francesco de Sanctis – che per primo ha introdotto la critica estetica in Italia – si pone fra i pilastri della storiografia della letteratura italiana. Fra le altre sue opere, si ricordano: “Un viaggio elettorale”, del 1875; il frammento autobiografico sulla “Giovinezza”, pubblicato nel 1889, come pure postuma è la pubblicazione de “La letteratura italiana del secolo XIX” (1897).

Nel 1937 i suoi concittadini vollero onorarlo mutando la denominazione del piccolo paese natio, che da Morra Irpina divenne Morra de Sanctis.

Fonte: www.biografieonline.it

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