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In Cina vincono gli ambientalisti: niente fabbrica a Shifang

Questa volta in Cina hanno vinto gli ambientalisti, caso rarissimo in uno dei paesi più inquinati e inquinanti del mondo. Dopo due giorni di manifestazioni degenerate in scontri con la polizia a Shifang, nello Sichuan, il governo ha rinunciato alla costruzione di un impianto per la produzione di rame molibdeno. Il capo del Partito comunista locale, Li Chengjing ha assicurato: «E’ stato deciso di fermare la costruzione, questo impianto a Shifang non si farà».

Il forte timore degli abitanti della zona era che la fabbrica avrebbe aumentato le emissioni di sostanze cancerogene, già molto alte per la presenza di altre industrie nella zone. Negli scontri tra agenti e manifestanti c’erano stati numerosi feriti, 13 per la polizia e decine secondo gli organizzatori delle proteste. Li Chengjing ha affermato che l’impianto avrebbe portato molti posti di lavoro, ma ha preso atto dell’opposizione popolare e ha ammesso che il governo non è riuscito a spiegare i benefici dell’iniziativa.

Non è una novità che la Cina soffra di gravi problematiche ambientali. L’inquinamento della capitale è un fattore di costante discussione per la comunità di internazionale della città, e anche di dibattito politico fra Washington e Pechino, che puntualmente duellano sui dati. Nel frattempo il Paese è soggetto a un crescente deterioramento delle condizioni ambientali generali. E fra la gente comune cresce la preoccupazione, che a volte si trasforma in protesta.

Fonte: www.globalist.it 

 

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