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Gli educatori che per legge non lavoreranno

Napoli 21.11.2011 –  L’università Roma Tre ha negli scorsi giorni attivato un master dal titolo “L’educatore professionale come educatore sociosanitario e sanitario”, per accedere al quale è previsto di aver conseguito una serie di titoli tra cui la laurea in scienze dell’educazione (classi di laurea 18 e 19) e la corrispondente laurea specialistica. Nonostante il titolo del master, che sembrerebbe accedere a posizioni lavorative per gli educatori nel settore sanitario, però, la normativa vigente fornisce l’abilitazione per operare da educatore professionale in sanità solo a laureati formati presso le facoltà di medicina e chirurgia, con un’altra classe di laurea (SNT2), che perdipiù non è prevista tra quelle necessarie come titolo di accesso al master. Per questo motivo l’Apei, l’Associazione pedagogisti ed educatori italiani, ha deciso di scrivere una richiesta di chiarimento ai responsabili, il direttore del master Paolo Impara e al rettore Guido Fabriani. La missiva è firmata dal presidente nazionale Apei Alessandro Prisciandaro e dal vicepresidente Gianvincenzo Nicodemo. Dopo una breve disamina della normativa i due dirigenti dell’Apei chiedono esplicitamente: “che senso può avere formare un educatore sanitario che non potrà lavorare in sanità?”. Inoltre, nella consapevolezza che alcune regioni consentono ai laureati in scienze dell’educazione di operare nella sanità convenzionata (ma ma mai nella sanità pubblica), la lettera continua chiedendo  come mail non sia “scritto chiaramente nel bando che lo sbocco lavorativo pubblico è completamente escluso per legge, mentre quello del privato convenzionato è fortemente limitato?”. Il sospetto, espresso con sdegno dai firmatari, è che sia in atto sia un “tentativo di ‘pescare nel torbido della confusione’ che è presente tra gli educatori laureati presso le facoltà di scienze della formaizone, cercando di moltiplicare il numero di occasioni di formazione, pur sapendo che l’educatore professionale classe 18 e 19 non può operare da ‘educatore socio-sanitario e sanitario’ come viene enunciato dal titolo del master”. “Delle due una – concludono i due dirigenti dell’Apei-.  O ci sfugge qualcosa oppure siamo di fronte ad una operazione che ci indignerebbe se fosse portata avanti da un ente d formazione di provincia, ma che, messa in atto da una delle più importanti università del paese ci lascia totalmente allibiti.


Comunicato Stampa 

 

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