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La storia del tricolore apre le celebrazioni del 150esimo

altPartono ufficialmente oggi le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Teatro della prima uscita Reggio Emilia. Nacque lì, nel 1797, il tricolore che poi diventerà la bandiera dello Stato italiano. Prima manifestazione l’alzabandiera della mattinata in piazza Prampolini.
A Reggio sono partite le celebrazioni che avranno il proprio culmine il 17 marzo prossimo, quando l’Italia compirà fattivamente un secolo e mezzo di vita. In quella data il presidente Napolitano celebrerà l’avvenimento con la massima solennità.
Presente il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. In rappresentanza del Governo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. E ancora i sindaci delle tre città che sono state capitali d’Italia. Torino, Firenze e Roma. Sergio Chiamparino, Matteo Renzi e Gianni Alemanno.
Mette l’accento sull’importanza della coesione nazionale il presidente della Repubblica, importante “in un delicato contesto europeo e in un arduo confronto internazionale”. L’inquilino del Quirinale ha poi sottolineato l’importanza del rispetto di quello che è simbolo principe dello Stato italiano, ovvero il tricolore. “Tutti – ha dichiarato Napolitano – ma ancor di più chi ha responsabilità di rappresentanza e di governo deve rispettare il Tricolore che è un simbolo unitario indicato nella Costituzione”. Nella Carta presente all’articolo 12.
Nel prosieguo delle formalità di rito Giorgio Napolitano ha provveduto a consegnare una copia di quello che fu il primo tricolore. Quella che nel 1797 venne scelta come bandiera della Repubblica Cispadana. Un fil rouge che lo ha condotto a visitare la mostra ‘La bandiera proibita. Il tricolore prima dell’unità’. Un allestimento voluto per la celebrazione nei musei civici del Comune di Reggio Emilia il 150esimo. Alla compagnia si è lì aggiunto anche l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.
I festeggiamenti di Reggio Emilia sono serviti anche per annunciare che il tricolore verrà consegnato all’astronauta Roberto Vittori, il quale la porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Ciro Oliviero

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