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Vittime innocenti: 9 maggio

  • 1978 Peppino Impastato
  • 1987 Giovanni Selis
  • 1990 Giovanni Bonsignore

1978
Peppino Impastato

Giornalista di 30 anni
Ucciso a Cinisi (PA)

Peppino Impastato, nato a Cinisi da una famiglia mafiosa, è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra. Nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini ed in particolar modo del capomafia Gaetano Badalamenti che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga.

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Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 nel corso della campagna elettorale con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale. Il 5 Marzo 2001 la Corte d’assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio.

1987
Giovanni Selis
Magistrato di 50 anni
Morto a Saint Christophe (AO)

Giovanni Selis fu il primo magistrato in Italia a subire un attentato con autobomba. La sua auto esplose ma lui miracolosamente si salvò. Tuttavia, quattro anni dopo si impiccò nello scantinato di casa, nel paesino di Saint Christophe alle porte di Aosta. Non riuscì mai a superare lo choc per l’attentato.


1990
Giovanni Bonsignore

Dirigente di 59 anni
Ucciso a Palermo

Giovanni Bonsignore fu un dirigente superiore dell’assessorato regionale della cooperazione, del commercio e pesca della Sicilia. Uomo intransigente e lavoratore animato da un profondo rigore, durante il suo operato non si piegò mai a direttive in contrasto con la legge. Tale dedizione al lavoro e all’onestà gli costò la vita.