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Vittime innocenti: 21 aprile

  • 1982 Luigi Cafiero
  • 1982 Raffaele Sarnataro, Antonio Esposito e Luigi Stelo
  • 1992 Paolo Borsellino
  • 1993 Angelo Carlisi e Calogero Zaffuto
  • 1997 Ambrogio Mauri
  • 1999 Stefano Pompeo

1992
Luigi Cafiero
Di 18 anni
Ucciso a Torre Annunziata (NA)

Luigi Cafiero venne assassinato mentre era in compagnia della fidanzata Anna Maria. Un commando di camorra avvicinò il giovane chiedendogli se si chiamasse Antonio ma egli non ebbe il tempo di replicare e fu barbaramente ucciso con undici colpi di pistola, scambiato per un altro uomo. La fidanzata rimase ferita ma riuscì a sopravvivere.


1982
Raffaele Sarnataro, Antonio Esposito e Luigi Stelo
Di 51, 54 e 53 anni
Ucciso a Bellizzi (SA)

Raffaele Sarnataro (in foto) viene ucciso a colpi di pistola durante un raid organizzato per colpire un esponente della criminalità organizzata. Nell’agguato vengono uccisi per errore anche Antonio Esposito e Luigi Stelo. L’omicidio si inserisce all’interno della faida tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia.


1992
Paolo Borsellino
Imprenditore di 52 anni
Ucciso a Lucca Sicula (AG)

Paolo Borsellino è stato un imprenditore italiano, vittima di Cosa Nostra. Omonimo del giudice Paolo Borsellino, viene spesso ricordato come “l’altro Borsellino”. Piccolo imprenditore edile, la sua impresa faceva gola alle famiglie mafiose della zona, soprattutto perché rompeva il monopolio del controllo del ciclo del cemento da parte di Cosa Nostra. Dopo aver rifiutato diverse offerte d’acquisto, fu ucciso con un colpo di fucile al cuore la notte del 21 aprile 1992 e fatto ritrovare nella sua Panda a cento metri da casa con i piedi che penzolavano dal finestrino.


1993
Angelo Carlisi e Calogero Zaffuto

Pescivendoli
Uccisi a Porto Empedocle (AG)

Angelo Carlisi e Calogero Zaffuto erano pescivendoli di Grotte. Nella mattinata del 21 aprile 1993 gli agenti della Squadra mobile di Agrigento intervengono in contrada “Caos” a seguito di segnalazione pervenuta alla centrale operativa.

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All’interno di un autofurgone Fiat Fiorino, ci sono due persone gravemente ferite da colpi di arma da fuoco: essi vengono identificati in Calogero Zaffuto, trasportato in stato di coma in ospedale e Angelo Carlisi, deceduto già prima dell’intervento della polizia. Nel corso della stessa giornata viene ritrovata bruciata e abbandonata in contrada “Maddalusa” una carcassa di “Alfa 33” risultata rubata in data 8 aprile in Agrigento e che apparteneva a Carlisi stesso. I suoi familiari riferiscono che aveva avuto dei contrasti per il furto della sua autovettura. Aveva comprato l’auto e preso in affitto un garage dove vi era una roulotte che voleva levare per far posto al suo mezzo. Ne nasce una controversia con il locatore e riceve intimidazioni telefoniche. L’ipotesi degli investigatori è che Angelo Carlisi sia stato ucciso per aver fatto uno sgarbo ad un amico di Vincenzo Licata, boss del paese e amico personale di Giovanni Brusca.

1997
Ambrogio Mauri

Imprenditore di 66 anni
Ucciso a Desio (MB)

Ambrogio Mauri era un imprenditore italiano, uno dei simboli della lotta alla corruzione in Italia. Alla fine degli anni Ottanta, l’azienda attraversò un periodo di grande crisi, restando per tre anni senza commesse, crisi che si ripeté poi nuovamente negli anni tra il 1993 e il 1995: il motivo principale di questi problemi fu il costante rifiuto da parte di Mauri di pagare tangenti ai politici milanesi dell’epoca.

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Negli anni di Tangentopoli appoggiò l’attività del pool Mani Pulite, andando a testimoniare volontariamente. Tuttavia, al termine di quella stagione, deluso dal fatto che, come prima, gli venivano negati appalti (in ultimo nel 1996 per l’ATM), perché non accettava di pagare tangenti, si suicidò nel proprio ufficio, con un colpo di pistola al cuore.

1999
Stefano Pompeo

Di 12 anni
Uccisi a Favara (AG)

Stefano Pompeo, decise di uscire con il padre poiché quest’ultimo doveva macellare un maiale nella campagna di Antonio Cusumano assieme al fratello Giuseppe, ritenuto il capo di una cosca del paese. Dopo un breve tratto l’auto venne colpita da tre colpi di fucile, dei quali uno raggiunge Stefano alla testa. Il bambino arrivò in ospedale già morto. Due settimane più tardi avrebbe compiuto 12 anni.