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Vittime innocenti: 22 marzo

  • 1976 Caterina Liberti
  • 1991 Domenico Bruno
  • 1995 Gianmatteo Sole
  • 1995 Michele Ciarlo
  • 1997 Agata Azzolina

1976
Caterina Liberti
Di 36 anni
Uccisa a Melito di Porto Salvo (RC)

Caterina Liberti è una delle tante vittime di cui, purtroppo, non si conosce ancora la storia.


1991
Domenico Bruno e Giovanni Cento
Guardie giurate di 30 e 50 anni
Uccisi a Policastro (SA)

Domenico Bruno è stato una guardia giurata vittima innocente della ‘ndrangheta. Insieme a lui morì anche il collega Giovanni Cento.


1995
Gianmatteo Sole
Geometra di 24 anni
Ucciso a Palermo

Gianmatteo Sole, 24 anni, geometra, fu bruciato vivo dopo averlo portato alla periferia di Villagrazia di Carini su un’auto rubata. I carabinieri che pattugliavano la zona, poco prima della mezzanotte, sono stati richiamati dalle fiamme.

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Il delitto di Villagrazia è l’ultimo anello della catena senza fine di vendette trasversali: la sorella di Gianmatteo era fidanzata con Marcello Grado, il nipote di Totuccio Contorno assassinato a Villa Tasca tre settimane prima. Un legame indiretto, quanto basta ai folli strateghi della mafia per decidere l’omicidio di un innocente.
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1995
Michele Ciarlo
Avvocato di 36 anni
Ucciso a Scafati (SA)

Michele Ciarlo, noto avvocato penalista, fu assassinato brutalmente nel suo studio legale di Scafati. La sera del 22 marzo, alcuni uomini fecero irruzione nello studio esplodendo vari colpi di pistola, tre dei quali raggiunsero l’avvocato, uccidendolo. Il movente è da ricercare nell’attività professionale dell’avvocato che difende alcuni esponenti del clan avversario.


1997
Agata Azzolina

Di 43 anni
Morta a Niscemi (CL)

Agata Azzolina aveva visto uccidere davanti ai propri occhi, il 16 ottobre 1996, il marito Salvatore ed il figlio Giacomo Frazzetto da due uomini che pretendevano gioielli a credito dalla gioielleria pellicceria di famiglia. Da allora, la sua vita era diventata un inferno: tra il ricordo doloroso della morte violenta dei cari, la continua presenza di due soldati per assicurare la sua sicurezza e la paura per i persistenti tentativi di estorsione e le continue minacce rivolte a lei ed alla figlia ventenne. Agata Azzolina non ne poté più e si suicidò impiccandosi nella mansarda di casa, a Niscemi.