Al Teatro Bolivar di Napoli lo spettacolo di Hebert Ballerina “Come una catapulta”, tra leggerezza,comicità e l’incredibile assurdo quotidiano, un manifesto di rivalsa della risata contro il logorio della vita moderna.

In tempi di frammentazione europea e di insicurezza sociale, tra venti di guerra e imperatori d’oltreoceano, ritrovare lo spirito della vecchia e cara battuta comica, sembra essere oro colato.
Ciò che davamo per assurdo e improbabile, qualche decennio fa, si sta dimostrando palesemente realizzabile, in un nevrotico giro di giostra, dove tutto sembra essere incontrollato e fuori luogo. La semplicità, talvolta può tornare utile e fondate, per creare un baricentro comico su cui evadere almeno per una notte.
Herbert Ballerina, comico dell’era del “tubo-yuotube”, già spalla di web sit-com al fianco di Mario Maccio Capatonda, ha saputo nel tempo interpretare, un ritorno ad una tipo di comicità che fa un po’ il verso a quella dei ragazzi degli anni 90′, affiancandola ad un abile rincorrersi, tra non- luoghi comuni, giochi di parole e freddure, rimbalzate in un viaggio ironico e divertente all’interno delle vicissitudini della sua vita da ragazzo molisano.
In quel suo universo, tra memorie, racconti e famiglia, intervallato da successi e sconfitte (anche amorose), ed un Fred Bongusto usato come totem, lo spettacolo si snoda e trasforma, proponendo gioco-forza, un susseguirsi di momenti – claim, dove Ballerina si diverte e dileggia, tra spot, invenzioni, e fantomatici telegiornali, il tutto con un evasione quasi adolescenziale, che ci ricorda di come sia importante ridere di sè stessi, e ciò che accade intorno, cogliendone il lato meno negativo.
E’ lì, nel suo fantomatico mondo, quasi surreale, tra scatoloni e dove tutto si deve immaginare, che prende vita la sua catapulta, invito a lanciarsi e a provarci, con fortuna o sfortuna, tanto l’importante è provarci, e ricavarne, quanto meno, una risata o un momento di sostanziale allegria.
Sergio Cimmino