A due anni dalla prestigiosa e importante vittoria del 2022 della Targa Tenco, per il miglior album in dialetto, con “Jastemma”, gli ‘A67 , danno seguito e continuità della loro prolifica e indiscussa, arte poliedrica, di band di rabbia e cambiamento, con visioni letteralmusicali, grazie al progetto Nemesi di Amore e d’Anarchia. Un antologia, scritta, suonata, voluta, fatta di amore e omaggi, scoperte e internazionalità. Daniele Sanzone, leader della band di Scampia, è un laborioso , ma irrefrenabile, talento di penna (nel mezzo anche il suo libro Madre Dolore.
La Prima inchiesta del Commissario Del Gaudio), che scava nel fondo della periferia, ne prende i suoi lati più cupi, e li produce in bellezza, restituendone riscatto e semi di speranza. Edita da Betty Wrong, per l’album e Baldini e Castoldi per il volume, l’opera e il manifesto scritto, di ciò che la band ha voluto raccontare , ma anche esporre in questi ultimi anni. Un ammirevole e prestigiosa compagine di scrittori, che ha accompagnato e affiancato l’ultimo progetto, carpendone l’anima descrittiva e narrativa, più intensa e generativa. Come in uno specchio che ne restituisce versi e rime, strofe e riff.
Gli ‘A67, sono i cantori di un internazionalismo che unisce le periferie alle capitali, il Gridas di Scampia a Parigi, e lo fa costruendo un asset, proprio, identitario, al di fuori di diktat della musica nazionale, unendo nella loro strada e storia, De Andrè, i CCCP e Pino Daniele. La Napoli degli estremi, dell’emarginazione, che mescola bianco e nero, del lavoro, della lotta alla camorra, di Peppino Impastato, incrocia nella loro concezione, i valori sociali e d’impegno, alla presa di coscienza reale, parlando al cuore e allo stomaco, di amore, isolamento, libertà e oppressione, denunciando come talvolta la luce sia troppo distante da talune realtà.
Testimonianza diretta, viva, il live all’auditorium Novecento di Napoli, nell’ambito del Rockalvi Festival, sanguigno, intenso, poroso di arte, voce e passione. Una compattezza espressiva, aggregante, che ha missato il battito del cuore, in Famme capì, alla voix rebel di Sèverine Seba, l’eleganza di Elisabetta Serio, alla poesia struggente di O’bene, nel mezzo omaggi, sanguigni e devoti., a capolavori come Je so’ Pazzo di Pino Daniele e una pregevolissima, e rivoltosa, Annarella dei CCCP.
L’intensità evocativa, tra punk, e rock, e un cantautorato struggete, intenso e tagliente, fa degli ‘A67, un unicum che viaggia nel cuore delle periferia cogliendo l’abisso, la paura e l’isolamento, il tutto decantato in una bellezza poetica sotterranea, che sventa le paure, e le trasforma in parole di lotta, impegno e coraggio. Vent’anni vissuti “combattendo”, tra lotta e orgoglio, da ‘A Camorra Song’io, un tracciato importante, che non li colloca, ma li rinforza, giorno per giorno, grazie alla scelta, e alla voglia di riscatto e rivalsa sociale, con amici e compagni di voce, narrazione, e scrittura, come Cristina Donadio, splendida narratrice, cruda, ammaliante, che ci fanno riflettere nelle nostre coscienze, di quanto sia importante, come dicono le loro origini: a’ dignità.
Sergio Cimmino


