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Santoianni: “Una  maturità nuova, constatando le distorsioni della società attuale”

Doppio importante riconoscimento a livello nazionale per il cantautore Santoianni, che dopo il prestigioso Premio Bindi si è aggiudicato lo scorso settembre il “Premio Fabrizio De Andrè – Parlare di Musica”. Un periodo inaspettato, tra conferme e soddisfazioni come ci svela lo stessa artista, reduce dal suo ultimo lavoro discografico “La soglia dei trenta” da cui è estratto il singolo “Questa canzone non vale niente” traccia che lo ha portato a trionfare in entrambe le manifestazioni musicali.

Donato, con il tuo brano “Questa canzone non vale niente” ti sei aggiudicato prima il Premio Bindi e da poco il De Andrè. Che periodo stai vivendo?

Sto vivendo un periodo inaspettato, di conferme e soddisfazioni. Il fattore sorpresa e imprevedibilità è qualcosa che ricerco sempre per continuare a trovare le giuste motivazioni per continuare questa follia delle canzoni. Come tutti i momenti positivi però si portano dietro una bella spinta a continuare a lavorare e a costruire un futuro per la mia visione e la mia musica. 

Come è nato il testo del brano?

Come molte delle mie canzoni, sono partito da una frase che avevo appuntato nelle note del mio cellulare: “L’evoluzione della specie è un fallimento”. Sono partito da questa amara considerazione a scrivere, iniziando un percorso di frasi e constatazioni su quelle che a mio parere sono alcune delle grandi distorsioni della società che oggi ci circondano. È uno spaccato diretto e schietto, senza sconti. 

Con “La soglia dei trenta”, hai pubblicato il tuo terzo lavoro discografico. Cosa lo differenzia da tuoi due album precedenti?

È un album molto più complesso nella sua costruzione perché è pensato e scritto cercando di analizzare un singolo concetto visto da angolazioni diverse. Sicuramente c’è una maturità nuova nel mio modo di scrivere ma soprattutto nelle scelte che ho fatto. Penso di poter dire che per la prima volta sono stato veramente coraggioso e ho detto tutto quello che pensavo nel modo più sincero possibile, sia a livello di testi che di produzione artistica, senza scendere a compromessi di nessun genere. Era uno dei traguardi che mi ero preposto e spero di averlo raggiunto. 

Nel recente album di Ron, Sono un figlio, partecipi come autore. Come è nata questa collaborazione?

La collaborazione e nata dal mio incontro con Ron nel suo studio a Garlasco, a pochi km da casa mia. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato di Musica e di quello che voleva fare nel suo disco che aveva appena iniziato a lavorare. Poco dopo il nostro incontro Ron mi ha inviato una melodia che stava scrivendo e da lì è nato il brano “questo vento”. Una collaborazione preziosa che mi ha insegnato come dopo tanti anni il segreto del continuare a fare musica sta tutto nel non perdere mai l’entusiasmo e la voglia di ricerca. 

Prossimamente quali sono gli appuntamenti che ti vedranno coinvolto artisticamente?

Il 18 Dicembre suonerò a Roma al Largo Venue e credo che sarà un po’ il modo per chiudere questa primissima parte di promozione dell’album ma anche il modo per rilanciare una serie di live che faremo nella primavera del 2025. Sicuramente saranno appuntamenti che mi vedranno sul palco a suonare dal vivo queste canzoni che hanno ancora tanto da dare e da darmi. 

Sergio Cimmino

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