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L’intervista: l’Anniversario Reloaded, al Teatro Serra la commedia “nera” tra riflessione e comicità

Apertura della nuova stagione del Teatro Serra di Fuorigrotta con “L’anniversario Reloaded” di Gianluca D’Agostino, in scena insieme a Agostino Chiummariello.

Il tema dell’amore, dell’introspezione e della solitudine declinato nelle sfaccettature comiche, ironiche ed anche drammatiche ne esaltano la capacità di coinvolgere il pubblico sia dal punto di vista riflessivo che umano .

L’Anniversario è per tutti coloro che amano, o hanno amato, un ricordo tangibile.

Che esso sia maledetto, sbiadito, perso, è indelebile nella mente di ogni esser umano.

Il ritorno, il ricordo, la rabbia, ma anche la leggerezza e la comicità, sono gli assi portanti di un opera ad atto unico , in cui i protagonisti D’Agostino e Chiummariello, si calano a tutto spiano  senza mezze misure, facendo venire alla luce i caratteri più intricati, subdoli e disagevoli del rapporto di un uomo con la sua solitudine amorosa. E’ un dialogo con se stesso, con il suo “io” razionale o irrazionale, sullo sfondo di una società talvolta zeppa di frasi e dialoghi, sempre e troppo ripetuti. Il confronto è un trittico, dapprima riflessivo, poi comico e nel finale drammatico, che coinvolge, intriga, appassiona e non cade mai nella retorica.

La simbologia, il lato femminile (con riferimenti anche alla figura della madre), corredato da una spavalderia del maschio alfa, casanova, che vorrebbe, ma poi è abbandonato a se stesso, ci riportano al dramma quotidiano del uomo che fa i conti con le proprie paure, di chi ha amato e non accetta la fine del rapporto e si trascina, stenta, e si declina. Amare , se diventa  un diabolico gioco fatto di ossesso-possesso, diventa una barriera pericolosa in cui si rischia, in maniera voluttuosa, di rompere ogni argine o limite predefinito. Quello specchio rotto, in frantumi, che ci riporta alle tematiche di una disumanità quotidiana, giornaliera, del male nato ,sbocciato. da esperienze apparentemente innocue, di amori finiti, trasmutati in rapporti malati, di cui conosciamo il campanello di allarme, ma talvolta ignoriamo.

L’intervista a cura di Sergio Cimmino

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