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Vittime innocenti: 27 settembre

  • 1960 Paolo Bongiorno
  • 1970 Strage degli Anarchici

1960
Paolo Bongiorno

Di 38 anni
Ucciso a Lucca Sicula (AG)

Era la sera del 27 settembre del 1960 quando Paolo Bongiorno, dopo una riunione del partito, stava rincasando in compagnia del giovane nipote Giuseppe Alfano, leader dei giovani comunisti. Come ogni sera Paolo, uscendo dai locali della Camera del Lavoro di Lucca Sicula, della quale era segretario, ritornava a casa.

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Giunti a pochi metri dall’abitazione, due scariche di
lupara, sparate da ignoti killer nascosti dietro lo spigolo di un muro, colpirono alla schiena Paolo Bongiorno. Lui emise un forte grido di dolore e, dopo aver fatto alcuni balzi in avanti, stramazzò al suolo in fin di vita. Il giovane nipote, terrorizzato, chiamò aiuto e allarmò i vicini di casa e la zia. Poi corse ad avvisare i carabinieri della locale stazione. Paolo Bongiorno, 38 anni, bracciante agricolo, segretario della Camera del Lavoro di Lucca Sicula, morì tra le braccia tremanti della moglie. Paolo reclamava più diritti sociali, un salario più alto, condizioni e orari di lavoro più dignitosi, in un paese e in un periodo in cui, di diritti, chi doveva, ne concedeva ben pochi. Fu ucciso con due colpi di lupara alla schiena, i colpi di grazia della mafia.

1970
Strage degli Anarchici

Avvenuta a Gioia Tauro (RC)

Gli anarchici della Baracca erano un gruppo di cinque ragazzi che persero la vita in un misterioso incidente stradale verificatosi nella notte del 26 settembre 1970 mentre si trovavano in viaggio verso Roma per consegnare a dei loro referenti materiale di denuncia riguardante la Strage di Gioia Tauro, avvenuta il 22 luglio 1970.

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Gianni Aricò, la fidanzata Annelise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso, svolsero opera di documentazione su due eventi accaduti nell’estate del 1970 noti come le Giornate di Reggio sostenendo che fosse stato causato da una carica esplosiva messa da neofascisti in collaborazione con la ‘ndrangheta. Il viaggio, programmato in contemporanea all’arrivo a Roma del presidente statunitense Richard Nixon e della manifestazione di protesta indetta il 27 settembre, termina a 58 km da Roma, tra Ferentino e Frosinone, dove la loro Mini Morris fu travolta da un camion. Angelo Casile, Franco Scordo e Luigi Lo Celso morirono sul colpo e gli altri due entrarono in coma e morirono poco dopo.