1970 Mauro De Mauro Giornalista di 49 anni Ucciso a Palermo
La sera del 16 settembre, il giornalista Mauro De Mauro uscì dal giornale, salì in macchina, si fermò nel solito bar e si diresse verso casa. La figlia arrivò sotto casa col fidanzato nello stesso momento e vide la macchina di suo padre; si incamminò verso l’ascensore col fidanzato ma, poiché il padre tardava ad arrivare, decise di affacciarsi fuori per vedere cosa stesse facendo.
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Allora vide un uomo salire da dietro nella macchina di suo padre e dopo pochi secondi la macchina ripartì lentamente e andò via. Il giorno dopo il rapimento la macchina di De Mauro venne trovata nel centro della città e a pochi chilometri dalla sua abitazione ma nessuno disse di aver visto niente. Ad oggi, quello di Mauro De Mauro, resta un caso irrisolto. Il cadavere non fu mai ritrovato. Mauro De Mauro viene ricordato come il primo giornalista fatto sparire dalla mafia.
1990 Sergio Esposito e Andrea Esposito Di 32 e 12 anni Uccisi a Casoria (NA)
Sergio Esposito e Andrea Esposito (in foto), non parenti ma semplicemente omonimi, lavoravano nel bar Franzese, situato all’interno del mercato ortofrutticolo del paese. L’attività veniva gestita da dei pregiudicati, i quali erano un tempo legati al boss Raffaele Cutolo.
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Sergio era stato assunto come cameriere, il piccolo Andrea invece come garzone. Ogni mattina si svegliava alle 3.30 solo per portare a casa qualche lira: la sua famiglia si trovava in una situazione di grande povertà. Il 16 settembre i killer decisero di compiere il loro agguato: entrarono nel bar alle 4.30 e individuarono la loro vittima: Antonio Franzese, figlio ventiquattrenne del proprietario. Non ebbero alcuna esitazione: impugnarono le pistole e iniziarono a sparare. Il giovane, colpito, si accasciò a terra. I sicari si avvicinarono e si accorsero di Sergio e Andrea, nascosti dietro al bancone. I malavitosi li uccisero per non lasciare testimoni.
1994 Francesco Aloi Di 22 anni Ucciso a Filadelfia (VV)
Francesco Aloi è scomparso il 16 settembre 1994: era originario di Pizzo ma viveva a Filadelfia. Un pomeriggio aveva detto di dover incontrare degli amici di un paese vicino e uscì di casa per non ritornare ma nessuno crede a un suo allontanamento volontario.
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Non si hanno notizie del ragazzo fino al febbraio del ’95, quando sulla spiaggia di Calamaio a Pizzo un pescatore fa una macabra scoperta: sulla riva c’è un piede in decomposizione avvolto da una scarpa da tennis simile a quelle che indossava Francesco. Le analisi del DNA confermano le supposizioni: il ragazzo è stato ucciso e gettato nel Tirreno. Una verità che la famiglia non ha mai accettato, rifiutandosi di seppellire quei resti. La verità e la giustizia sono state inghiottite, forse per sempre, dal triangolo della lupara bianca.